L’intervento del Sindaco Virginio Merola in ricordo delle vittime degli attacchi terroristici a Parigi. Subito dopo l’intervento, il Consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio in segno di lutto.
“Cari tutti, un saluto da parte mia a tutte le autorità civili e militari, a tutti i rappresentanti delle nostre comunità religiose e civili. io vorrei iniziare ringraziando davvero il consiglio comunale, di questa possibilità ma ringraziandolo perché sono certo che in tutti noi prevale oggi la necessità di un cambio di passo.
Noi siamo qui innanzitutto per esprimere una forte solidarietà e vicinanza al popolo francese, per le tante vittime innocenti di questo orribile attentato, ma dobbiamo anche come rappresentanti della comunità bolognese anche assumere qualche impegno, nel senso che io credo che sia veramente necessario quanto io ho avuto modo di dire nell’appello e quanto abbiamo detto nel cortile di Palazzo d’Accursio, insieme, sabato pomeriggio.
Abbiamo bisogno, come rappresentanti della nostra comunità, mantenendo le nostre sacrosante diversità e differenze di opinione, di convergere in fretta, a partire da oggi, sulla necessità di essere prima di tutto e prioritariamente uniti contro il terrorismo e di agire di conseguenza su questo. Lo dobbiamo fare consapevoli del fatto che oggi diventa sempre più evidente il fatto che l’Europa deve lavorare insieme al di là delle differenze tra i diversi Paesi e le diverse posizioni politiche che ci sono anche in Europa su questo obiettivo, e lo deve fare per trarre da questo orribile attentato, da questa orribile vicenda, non solo la consapevolezza della necessità di una lotta intransigente al terrorismo dell’Isis, nel rispetto delle nostre istituzioni demografiche e dei nostri stati di diritto, ma cominciando davvero a fare vivere l’unità europea in modo più forte e coordinato, sia nel campo della polititca estera che della difesa e della sicurezza.
Iniziative politiche comuni sono sempre più indispensabili per governare insieme con intelligenza questa fase che si apre in modo ormai così evidente di guerra contro il terrorismo dell’Isis, sapendo misurare le parole e sapendo farlo anche agendo qui come comunità locale, definendo insieme atteggiamenti, comportamenti e uso adeguato alla situazione.
Certamente, come ho avuto modo di dire sabato, esiste un ordine umano prima che un ordine pubblico. L’ordine pubblico è assicurato nella nostra città grazie alla presenza delle nostre Forze dell’ordine a cui va tutto il nostro riconoscimento e a supporto dei militari ma dell’ordine umano ce ne dobbiamo prima di tutto occupare noi. Noi abbiamo la responsabilità di aiutare la nostra comunità a combattere la paura, e combattere la paura significa avere il coraggio di affrontare le situazioni e anche le cose non dette, le ipocrisie che possono in qualche modo indebolire la nostra azione comune.
Abbiamo bisogno di riflettere insieme come Consiglio comunale su come costruire meglio legami di libertà nella nostra comunità, nel rispetto della pluralità della nostra comunità ma abbiamo innanzitutto la necessità di provare a lavorare per affermare un coraggio autentico – voglio ripetere – appartiene a chi ha profonde convinzioni morali prima che politiche, che crede nei valori, negli ideali universali della nostra civiltà da contrapporre a questi vigliacchi, a questi codardi che bestemmiando il nome di Dio non hanno nessuna morale, non hanno nessuna credibilità dal punto di vista delle loro idee. Possono fare questo in realtà perché non hanno nessuna spiritualità e nessuna convinzione morale, quindi fare pulizia nell’uso delle parole innanzitutto per combattere la paura e io credo che sia molto importante la presenza oggi delle comunità anche religiose, credo che sia molto importante, in questi momenti, per combattere la paura che la comunità islamica prenda posizione e che noi lavoriamo insieme per capire come approfondire questi legami che nella nostra città ci sono, forti, e come costruire una maggiore condivisione, una maggiore integrazione a cominciare dai nostri giovani. Penso cioè che noi abbiamo bisogno di prendere sul serio quello che, non so perché, riteniamo qualcosa di superfluo rispetto all’economia, rispetto alle azioni militari e rispetto al sociale. Noi abbiamo bisogno di coinvolgerci tutti in una battaglia culturale che è tutto meno che una cosa concreta. Abbiamo bisogno di parlare e abbiamo bisogno di parlare con dei fatti conseguenti.
Vedete, io credo che uno dei progressi più profondi che la nostra civiltà deve alla rivoluzione francese e che a un certo punto, se introdotta nella storia, porta a un grande cambiamento, un fattore storico universale, (tutto meno che relativo, di un potente valore assoluto) è il fatto che l’identità di un popolo non si identifica più con la religione di un popolo. La rivoluzione francese ha saputo prendere il meglio e renderlo fattore di libertà, non solo per il Popolo francese, ma per tutti i popoli europei e i popoli che hanno potuto avere questa cultura. Quindi, io credo che davvero ci sia da interrogarsi insieme su come la religione, a come cominciare da quella musulmana, che non ha niente a che fare, ripeto con il terrorismo dell’Isis, possa contribuire a questo ragionamento. Noi abbiamo bisogno di confrontarci insieme, senza alcun velo di ipocrisia sul fatto che sono un progresso per tutti i popoli: la laicità dello stato, la condizione della donna, la libertà di opinione e il ruolo profondo di progresso della conoscenza storica. Non credo che ci sia il problema di un Islam moderato o di un Islam estremista, credo che ci sia il problema di come anche la religione islamica, a cominciare dalle popolazioni che vivono e sono integrate nella nostra città e sono italiane da tempo, anche se ancora non gli abbiamo dato il voto, contribuiscano a fare in modo che non ci siano zone d’ombra e si crei l’isolamento completo dell’Isis a partire dall’affermazione del valore autentico della religione, che per noi passa da questo profondo salto di civiltà che ci ha fatto fare la Rivoluzione francese e il Popolo francese.
Battaglia culturale, quindi, a cui ogni religione può e deve partecipare, a partire dal fatto che, lo dicevate voi prima, c’è Liberté, Egalité, ma qui la Fraternité deve giocare un ruolo fondamentale. E la Fraternité si gioca sulla capacità di costruire progetti di fraternità laica e di convivenza fra tutti i nostri cittadini, perché non ci siano cittadini che insultano ragazze musulmane, ma non ci siano musulmani che rimangono silenziosi quando avvengono fatti di questo genere per un certo imbarazzo a prendere le distanze non dal terrorismo dell’Isis, dal quale non ho dubbi che la comunità musulmana prenda le distanze con forza, ma da quelle zone non risolte che stanno nel fatto che la laicità dello stato, la condizione della donna, la libertà di opinione, il ruolo della ricerca storica sono elementi di confronto tra di noi che ci possono portare avanti in un cammino comune.
Per questo io credo oggi fosse importante questo Consiglio comunale, per ricordare e stare al fianco delle nostre – nostre- vittime francesi, per ribadire che la lotta sarà intransigente, ma la faremo in nome dei nostri ideali democratici e per dire che questa città con 120 nazionalità diverse, con il 25% della popolazione che ogni dieci anni cambia, in cui i nati a Bologna sono solo il 30% dei residenti, può fare la sua parte. Può fare davvero la sua parte, al di là di decidere quale bandiera esporre, quale simbolo religioso esporre, stando sul pezzo della convivenza urbana che attraverso i nostri giovani noi possiamo costruire in questa città.
Questo deve essere il nostro compito e io mi aspetto da questo Consiglio comunale di essere all’altezza del proprio passato. Come abbiamo fatto per la strage del 2 agosto, come ha reagito questa città allora, come hanno reagito i Partigiani e come sono certo reagiremo insieme perché siamo stati eletti democraticamente dai cittadini bolognesi.