Non solo un procedimento amministrativo, ma anche una sanzione penale nei confronti del conducente di un’automobile che a Modena ha falsificato il contrassegno per entrare in centro storico. I controlli della Municipale sono scattati in seguito alla segnalazione di un’auto Smart in sosta prolungata in via Bonacorsa, dove invece è consentita una sosta di massimo 30 minuti. E a questo punto le cose per il conducente dell’auto si sono complicate. L’azienda di prodotti alimentari per cui lavora l’uomo, un 26enne rumeno residente in città, è effettivamente titolare di un’autorizzazione di colore rosso che consente di accedere alla Zona a traffico limitato a uno dei veicoli le cui targhe sono registrate nel contrassegno, esponendo quindi di volta in volta l’unico permesso rilasciato. Ma gli operatori in servizio hanno appurato che il contrassegno esposto sul parabrezza della Smart era contraffatto, in particolare era stato apposto sul supporto cartaceo non originale un ologramma che riproduceva lo stemma del Comune di Modena. Il permesso è stato quindi sequestrato e il conducente del veicolo denunciato per il reato di falso, oltre che sanzionato per sosta in Ztl senza autorizzazione.
Nel secondo caso, invece, era il figlio di una signora di 95 anni (titolare di un pass invalidi che le dà, tra le altre cose, diritto a entrare e sostare in Zona a traffico limitato) a non farsi lo scrupolo di utilizzare quotidianamente il contrassegno, intestato all’anziana, per recarsi al lavoro in centro. Ma i controlli della Polizia municipale hanno appurato l’uso del contrassegno in assenza dell’anziana signora residente in città. L’uomo è quindi stato sanzionato per uso improprio del pass invalidi e per accesso e sosta abusiva in zona Ztl.
Il pass invalidi, di colore azzurro e recante la fotografia del titolare, è strettamente personale e consente di parcheggiare negli stalli dedicati ai disabili e di circolare in deroga ad alcune norme del Codice della strada; la Polizia municipale verifica il corretto utilizzo dei contrassegni ed è attenta a contrastare l’abuso compiuto da chi utilizza impropriamente un permesso intestato a una persona diversamente abile.