“L’etichettatura dei prodotti tessili è un tema più importante e delicato di quanto non possa apparire. E’ infatti sempre più necessario far comprendere ai consumatori che saper leggere le etichette è fondamentale, sia a causa delle allergie sempre più presenti tra la popolazione, che per evitare di imbattersi in capi che contengono materiali potenzialmente pericolosi per la salute. Il successo del seminario che Lapam Confartigianato Modena ha tenuto, è la conferma che le imprese sono molto attente a questo aspetto, che impatta direttamente sulla capacità di commercializzare i capi”. Così Federico Poletti, presidente Lapam Moda, a commento del successo del seminario tecnico che si è tenuto a Carpi. Oltre 50 persone presenti, in rappresentanza di una quarantina di imprese tessili hanno partecipato all’evento, promosso oltre che da Lapam Moda anche da Confartigianato Moda Emilia Romagna.
Sono intervenuti al seminario Emilio Bonfiglioli, del Centro Qualità Tessile di Carpi e la Anna Cortese dell’Ufficio di Vigilanza della Camera di Commercio di Modena. Sono stati approfonditi i temi legati alla corretta etichettatura dei capi di abbigliamento, sia in base alle normative europee in materia, sia in base al codice del consumo italiano, nonchè il panorama degli organi pubblici deputati al controllo e le relative sanzioni per mancanze, omissioni o diciture errate.
L’incontro è stato molto apprezzato perchè corredato da molti esempi pratici e dall’analisi di casi concreti di capi di abbigliamento presentati durante la stessa serata.
“E’ evidente che, come per il settore alimentare, anche nella moda l’etichettatura è determinante per far conoscere la ‘carta d’identità’ di ciascun capo – sottolinea il presidente Lapam Moda -. E’ anche da iniziative come questa della nostra Associazione che le imprese hanno l’opportunità di aggiornarsi con puntualità relativamente ad una normativa che negli anni è diventata sempre più complessa. Per questo – conclude con una riflessione più ampia Poletti – come Lapam Confartigianato, continuiamo a chiedere a gran voce il marchio ‘full Made in Italy’, per evitare che vi siano troppi prodotti tessili che di Made in Italy hanno solo… l’etichetta”.