Diffondere ulteriormente, tra gli studenti e i genitori, un’informazione adeguata e corretta sugli obiettivi previsti dalla legge nazionale per la Buona scuola (legge 107/2015) che non promuove, come ha chiarito lo stesso Governo, azioni ispirate a ideologie di qualsivoglia natura o a un’inesistente “teoria del gender”, ma si pone l’obiettivo di educare alla parità tra i sessi, e alla prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni. È il primo degli inviti contenuti nell’ordine del giorno che definisce “una strumentalizzazione politica ritenere le disposizioni del comma 16 della legge 107 e l’iniziativa ‘W l’amore’ della Regione Emilia Romagna come l’introduzione nelle scuole della cosiddetta teoria gender” approvato dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 29 ottobre. Il documento, presentato da Chiara Susanna Pacchioni (Pd), è stato approvato con il voto a favore di Pd, Sel, Fas, M5s, Per me Modena (contrari Fi e Area popolare).
L’ordine del giorno invita inoltre il Comune a “sostenere, nel rispetto dell’autonomia didattica delle scuole, la formazione del personale su questi temi, ad affiancare tutti i soggetti interessati e a contrastare attivamente ogni forma di violazione dei diritti umani, di discriminazione e di violenza nei confronti delle donne basata sul genere e contro la dignità delle persone”. Nel dispositivo si esprime infine “disappunto e disapprovazione nei confronti di chiunque alimenti la confusione e la manipolazione sugli obiettivi alla base dell’azione delle istituzioni internazionali, come l’Oms e l’Unione europea, nazionali e locali (Miur e Regione Emilia Romagna) sul tema del rispetto dei diritti, del contrasto alla violenza sulle donne e di tutte le discriminazioni, e nei confronti di chi su questi temi inscena campagne politiche basate sull’estremizzazione e sulla falsificazione con il solo obiettivo di acquisire consenso politico”.
Nella stessa seduta, l’assemblea consiliare ha respinto due ordini del giorno incentrati sul progetto “W l’amore” e sulla teoria del gender presentati rispettivamente da Luigia Santoro di Area popolare (Ap) e da Adolfo Morandi di Forza Italia.
L’ordine del giorno presentato dalla consigliera Santoro (respinto con il voto contrario di Pd, Sel, Per me Modena, Fas e Luca Fantoni di M5s; quello favorevole di Ap e FI e l’astensione degli altri consiglieri del gruppo M5s), partiva dal presupposto che nello scorso anno scolastico, nelle terze classi delle scuole medie Ferraris e Marconi è stato attivato il progetto “W l’amore” promosso dal Servizio sanitario regionale: “I genitori non sono stati preventivamente informati del contenuto del progetto e non è stato mostrato loro il libretto utilizzato nel quale si afferma che ‘i generi sessuali sono molti e diversi tra loro’, che ‘non c’è un modo giusto di essere maschi e femmine’ e che ‘l’attrazione sessuale può essere eterosessuale, omosessuale o bisessuale’”. Sulla base del fatto che sia la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, sia la Costituzione italiana riconoscono i genitori come primi titolari del diritto e dovere di educare i figli, e che il Miur ha ricordato che i progetti previsti nel Piano dell’offerta formativa prevedono il consenso dei genitori, il documento chiedeva al Comune di “promuovere e sostenere la partecipazione attiva e il controllo da parte dei genitori nelle scuole, anche attraverso strumenti concreti di informazione e di acquisizione del consenso”.
Anche l’ordine del giorno del consigliere Morandi (respinto con il voto contrario di Pd, Sel, Per me Modena, Fas e M5s. A favore FI e Ap) partiva citando la circolare ministeriale che ribadiva che, tra i diritti e i doveri e le conoscenze da trasmettere, previste nella legge sulla Buona scuola, non rientrano in alcun modo né ideologie gender né pratiche estranee al mondo educativo, e ricordando il ruolo che la Costituzione assegna ai genitori. Il documento affermava anche che “tra i genitori è sempre più diffusa la consapevolezza che ci troviamo di fronte a un’emergenza educativa, in particolare sui temi dell’affettività e della sessualità” e che “molti hanno già reagito contro la subdola introduzione della teoria del gender nelle scuole inserita con il pretesto di lottare contro la discriminazione” per arrivare a chiedere che il Comune si attivi “per bloccare il progetto pilota “W l’amore” e per sollecitare il Governo a emanare direttive precise per l’attuazione del comma 16 della legge 107 prevedendo in particolare che sia rispettato il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità; che sia oggetto di studio il motivo per il quale la Costituzione privilegia la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio; che si educhi a riconoscere il valore della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale e psicologica che ne consegue; che si educhi al rispetto del corpo altrui e al fatto che la sessualità comporta conseguenze rilevanti e doveri importanti e infine che sia obbligatoria la partecipazione attiva e il controllo da parte dei genitori nell’anche attraverso l’acquisizione del consenso”.