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Sempre in calo le imprese giovanili in Emilia Romagna

giovani_10La base imprenditoriale giovanile regionale continua a contrarsi più rapidamente rispetto a quanto avviene a livello nazionale. E’ quanto emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio di fonte InfoCamere elaborati dal centro studi e ricerche di Unioncamere Emilia-Romagna. A fine settembre, le imprese attive giovanili sono risultate 33.185, ovvero l’8,1 per cento delle imprese regionali. Gli effetti della crisi economica e della restrizione del credito continuano ancora a incidere. In un anno se ne sono perse 1.086 (-3,2 per cento). Le altre imprese subiscono solo una flessione (-0,7 per cento). La tendenza in regione è, da tempo, più pesante rispetto a quella nazionale, che vede le imprese giovanili (522.242, il 10,2 per cento del totale) diminuire del 2,0 per cento e le altre imprese restare invariate.

Le imprese giovanili aumentano solo in Trentino-Alto Adige (+1,2 per cento), e in Campania (+0,2 per cento). Segno rosso ovunque altrove. La flessione maggiore si è avuta in Molise (-4,7 per cento). L’Emilia-Romagna è quindicesima, quasi in fondo a questa classifica per “crescita”. Tra le regioni con le quali l’Emilia-Romagna si confronta va peggio in Piemonte (-3,5 per cento), ma meglio in Lombardia (-1,4 per cento) e in Veneto (-2,1 per cento)

La forma giuridica  La riduzione è da attribuire principalmente alla flessione delle ditte individuali (-1.206 unità, -4,6 per cento), prese tra congiuntura negativa e indisponibilità del credito, ma quella delle società di persone è molto più intensa (-10,9 per cento, pari a 328 unità). Queste risentono in negativo dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata di cui si avvantaggiano le società di capitale, che rafforzano la loro crescita esplosiva (+460 unità, +12,3 per cento).

Settori di attività economica La riduzione delle imprese giovanili è sempre determinata dai settori produttivi, soprattutto dal crollo delle costruzioni (-987 unità, -10,8 per cento), in continua grande difficoltà. Prosegue, appena contenuta, la riduzione delle attività nell’industria (-90 unità) e nell’agricoltura (-69 unità). Cresce lievemente l’insieme del settore dei servizi (+0,3 per cento), con tendenze contrapposte al suo interno: si riducono le imprese del commercio, le attività immobiliari e quelle del trasporto e magazzinaggio; crescono quelle dei servizi di alloggio e ristorazione, e le attività professionali, scientifiche e tecniche.

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