Nessuna nullità delle designazioni del Comune per il Consiglio di indirizzo della Fondazione Cassa di risparmio di Modena, come ha confermato lo stesso Consiglio uscente nominando all’unanimità il nuovo organismo sulla base delle designazioni. E il documento firmato dai nuovi consiglieri non rappresenta un atto di fedeltà “ma un atto di trasparenza sia da parte di chi nomina sia da parte dei candidati”.
Lo ha ribadito l’assessore Gabriele Giacobazzi, che ha letto la risposta del sindaco Gian Carlo Muzzarelli, assente per impegni istituzionali, in Consiglio comunale oggi, giovedì 29 ottobre, all’interrogazione del capogruppo di Forza Italia Andrea Galli che poneva, appunto, la questione della nullità sia per la firma del documento, in contrasto per Galli con le norme e con lo Statuto della Fondazione che prevede come la designazione non comporti “rappresentanza degli enti e degli organismi dai quali proviene la designazione stessa”, sia per la mancanza in alcune nomine dei requisiti di “chiara ed indiscussa fama”, con un riferimento esplicito a “un professionista di 28 anni, nominato a quel che si legge unicamente per la vicinanza a un partito politico”.
L’assessore Giacobazzi ha ricordato che “il dottor Ernest Owusu Trevisi, 28 anni, avvocato in uno studio modenese, dove si occupa in particolare di Diritto commerciale e fallimentare, di cui è stato anche cultore della materia all’Università di Modena e Reggio Emilia dopo la laurea in Giurisprudenza, è stato proposto dal direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università, il professor Luigi Fòffani”. Precisato che nello Statuto della Fondazione la specifica della “chiara e indiscussa fama” del comma 3 dell’articolo 8 si riferisce alle cooptazioni di competenza del Consiglio e non direttamente alle designazioni, l’assessore ha sottolineato che “la designazione di Trevisi ha tenuto conto dell’autorevolezza del proponente e soprattutto ha voluto rappresentare il cambiamento da tempo in corso nella società modenese e promuovere personalità giovani e competenti. La maggior parte dei candidati – ha aggiunto Giacobazzi – era degna della designazione e la scelta ha comportato inevitabilmente la rinuncia ad altre personalità di rilievo, ma ciò non può in alcun modo sminuire i titoli, l’onorabilità e l’idoneità etica nonché il valore individuale delle persone designate e successivamente nominate dal Consiglio della Fondazione”.
Riprendendo la questione della presunta nullità, l’assessore ha affermato che “la risposta sostanziale e formale all’interrogazione è già stata fornita dal Consiglio di Indirizzo uscente della Fondazione nominando all’unanimità tutti i designati e attestando nel verbale che sono in possesso dei requisiti di professionalità, competenza e esperienza adeguati ai compiti da svolgere”.
Come aveva già spiegato il sindaco in Consiglio presentando i designati, Giacobazzi ha poi ribadito che “la dichiarazione allegata al bando non chiede di rappresentare il Comune e il sindaco in sede di Fondazione, ma l’intera comunità rappresentata dai firmatari del Patto per la crescita, e di esplicitare i propri orientamenti generali sullo sviluppo della città e sui rapporti con i cittadini e le altre istituzioni. Non si tratta di un atto di fedeltà, ma di un atto di trasparenza, peraltro non obbligatorio”.
E la trasparenza è da parte di chi nomina (“perché sia chiaro che non esiste alcun rapporto di tipo personale o di fiducia meramente personale fra il sindaco e i candidati designati, ma un rapporto che si regge su una convergenza di valutazioni e obiettivi di interesse generale”) e da parte di chi è nominato, in coerenza con lo Statuto della Fondazione “e nel senso che tutti gli amministratori dovrebbero essere chiamati a motivare ai cittadini le loro scelte, spiegare i loro obiettivi e a rispondere della loro coerenza e dei loro risultati”.
Per Giacobazzi, quindi, tutto ciò “non lede in alcun modo l’autonomia dell’Ente e dei consiglieri, parte dei quali sono designati da altri soggetti della comunità modenese. Il sindaco non ha poteri di controllo o di richiamo e, soprattutto, non ha potere di revoca. Pertanto ciascun consigliere sarà assolutamente libero di esercitare il suo ruolo”.
GLI INTERVENTI IN CONSIGLIO
Hanno preso la parola i consiglieri Fantoni e Bortolotti del M5s, e Rocco di Fas. La replica di Galli (FI)
Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza dell’interrogazione sulle nomine in Fondazione, Luca Fantoni (M5s) ha affermato che, con le candidature e le audizioni, “siamo riusciti a risvegliare l’impegno e l’interesse di 61 persone in città, dimostrando che a Modena c’è un capitale umano che ha solo voglia di essere attivato. Come movimento siamo stati soddisfatti delle audizioni e dispiaciuti che il sindaco non vi abbia partecipato, perdendo un’occasione di ascolto vero. È stata una prima volta e ci sono molti margini di miglioramento, a partire dall’indicazione preventiva dei criteri di scelta dei candidati”. Marco Bortolotti ha definito “insostenibili le lamentele da parte della maggioranza per gli orari delle audizioni” aggiungendo che l’interrogazione “ha un fondo di verità. E se va sottolineato la libertà che hanno le persone nominate di fare le scelte migliori per i cittadini modenesi, sono perplesso per il fatto che gli eletti non hanno un vincolo di mandato e quindi non capisco perché ci debba essere, per quanto ipotetico, per i nominati. Penso che sia stato un passo falso chiedere la firma della dichiarazione allegata al bando”.
Anche Francesco Rocco (Fas) ha apprezzato che si sia scoperta “una città piena di potenzialità”, affermando che “come maggioranza avevamo comunque già messo in moto un meccanismo di trasparenza, che per quanto mi riguarda va sempre sostenuta, anche se abbiamo apprezzato l’idea del M5s”.
Nella replica il consigliere Galli si è chiesto “come si fa a chiedere a un nominato una delega in bianco e contemporaneamente autorevolezza e indipendenza di giudizio. Nelle audizioni – ha proseguito – abbiamo sentito tante persone di valore, convinte di avere delle possibilità reali mentre invece facevano parte di un gioco truccato, nel quale si sapeva già chi avrebbe vinto. Anche in questo caso le nomine sono state fatte in base a logiche di fedeltà all’Amministrazione e di rappresentanza di correnti interne. Io avevo chiesto che fossero rappresentate anche le minoranze, non secondo logiche di spartizione ma per dare più voci alla città. Non sono stato ascoltato ed è stata realizzata questa esperienza molto negativa che sarebbe bene non si ripetesse”.