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Cgil Modena, triplica l’uso del denaro contante? Così non si aiuta la lotta all’evasione fiscale

euro-denaroIl governo annuncia l’incredibile scelta di innalzare – triplicandola – la soglia per l’utilizzo del contante con la vaga speranza di “favorire i consumi”, contro la certezza, certificata dalla Direttore dell’Agenzia delle Entrate, che tale scelta però costerà ben 8 miliardi in più con, inoltre, un grave danno alla tracciabilità degli scambi finanziari.
E peggio, si favorirà il pessimo primato italiano – condiviso con la Grecia – per evasione fiscale, economia sommersa e lavoro nero.
Si può aggiungere la secca affermazione dell’ultimo Rapporto Banca d’Italia-UIF sull’antiriciclaggio: “la diffusione dell’utilizzo del denaro contante rappresenta certamente una criticità del nostro sistema nazionale”.
Il rilancio dei consumi, della ripresa produttiva e della buona occupazione passa con ben altre misure strutturali. E non lo sostiene solo il Sindacato.
Innalzamento della soglia sull’uso del contante che si accompagna con un’altra misura inspiegabile che dimezza il “ristorno” ai Comuni delle somme riscosse dall’Agenzia delle Entrate nel recupero delle evasioni fiscali, grazie alle segnalazioni documentate dai Comuni.
Cioè, mentre a Roma si consegna il massimo riconoscimento per l’impegno sulla legalità fiscale al Comune di Formigine, nel palazzo accanto si dimezza l’incentivo agli Enti Locali.
Riflettano bene anche i nostri parlamentari emiliano-romagnoli, prima di avallare queste scelte che costano e seminano male.

Tornando al prezioso report dell’Ufficio info/investigazioni della Banca d’Italia, si legge delle 71.758 segnalazioni pervenute a livello nazionale, in merito ad operazioni finanziarie sospette. Segnalazioni obbligatorie per legge: in crescita da banche, assicurazioni e notai; in preoccupante “calo e marginali” da avvocati e commercialisti.
Segnalazioni sui traffici finanziari sospetti in crescita da quasi tutte le regioni, in calo da Emilia-Romagna e Basilicata. Un calo che va attentamente valutato e interpretato dagli organi competenti interessati.
Sono comunque ben 4.760 le segnalazioni sospette partite dalla nostra regione.
Dopo le 1.077 dal bolognese, la seconda provincia “segnalata” è Modena con circa 700, poi Reggio con 590, Forlì con 550, Parma con 480, ecc…
Le “operazioni” maggiormente sospette riguardano: traffico di bonifici, titoli azionari, denaro contante su conti e depositi. I “clienti” più segnalati appartengono, nell’ordine, ai settori di edilizia, agricoltura, commercio, intermediari.

Ma le tabelle che più sconcertano, si vedono nel capitolo riguardante i flussi sospetti “…di bonifici che interessano controparti o intermediari finanziari residenti in Paesi a <fiscalità privilegiata, poco cooperanti e sensibili> dal punto di vista del contrasto al riciclaggio…”.
Per dirla in dialetto, si tratta dei Paesi cosiddetti “paradisi fiscali”.
Il dato allarmante è così sintetizzabile. Con la pesantissima fase della crisi economica internazionale,si è registrato un comprensibile calo generale dell’interscambio di bonifici fra Italia e resto del mondo. Sono invece in crescita i volumi d’affari coi paradisi fiscali di quasi il 4%.
Il dato sconcertante, a tale proposito, è nel riscontro della “centralità” emiliano-romagnola nelle attività di interscambio di “bonifici verso e dai paesi” a fiscalità paradisiaca.
Dall’Emilia-Romagna, questa attività finanziaria “in uscita/in entrata” dai paradisi, ammonta complessivamente a 12.803 milioni !
Seconda regione in Italia, dopo Lombardia, nella specialità di quelli “in entrata” .
Sconcerta Modena, vedendola col peggior rosso-scuro nella cartina colorata delle province riportante la “geografia” disegnata da UIF-Banca d’Italia !

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Naturalmente, la stessa massima Autorità bancaria, commenta tali dati e dimensioni, con le evidenti “anomalie locali”, sollecitando possibili “analisi ed interpretazioni” a partire dai territori interessati.
Un suggerimento prezioso anche per il prossimo lavoro dell’ottima Consulta Regionale per la Legalità, appena costituita ed insediata presso la Regione E.R. per approfondire e monitorare quei dati, le eventuali caratterizzazioni territoriali, le tipologie professionali degli attori dei bonifici, ecc…

 

(Franco Zavatti, Cgil Modena-responsabile legalità e sicurezza Cgil Emilia-Romagna)

















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