Dopo lo sciopero generale del 12 dicembre scorso, proseguono le iniziative di Cgil e Uil di contrasto al Jobs Act e alle politiche economiche del governo Renzi che continuano ad essere inadeguate ad affrontare la crisi e i suoi effetti sociali.
Martedì 26 maggio è stata infatti proclamata una giornata di mobilitazione, sostenta anche dalla proclamazione di scioperi provinciali di categorie e Rsu dell’industria e del terziario (è escluso il settore pubblico), per ribadire che servono misure diverse per affrontare la crisi a partire dall’impulso ad investimenti pubblici e privati per creare nuovo lavoro.
Tre i presidi in provincia di Modena che si terranno la mattina dalle ore 9.30 alle 11 in diversi Comuni: a Castelnuovo Rangone in via Salvador Allende 6 presso il polo delle industrie agroalimentari, di fronte alla Dinamic Oil di Bomporto in via Togliatti 15 e di fronte alla J Colors di Finale Emilia in via Venezia 4.
Cgil e Uil chiedono la cancellazione del Jobs Act e la sostituzione con un nuovo Statuto dei Diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, un piano straordinario per l’occupazione, la riforma della legge Fornero sulle pensioni per introdurre maggior flessibilità in uscita, una riforma fiscale che redistribuisca a favore dei redditi da lavoro e pensioni, il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro pubblici e privati, una riforma in senso universale degli ammortizzatori sociali.
“Nonostante la propaganda del Governo Renzi sull’aumento dell’occupazione e la ripresa economica – dicono Tania Scacchetti segretario Cgil e Luigi Tollari segretario Uil – la situazione rimane ancora molto difficile e rischia di essere aggravata dalla fine del finanziamento degli ammortizzatori sociali a fine maggio”. “A Modena – continuano i segretari di Cgil e Uil – si stimano quasi 4.000 lavoratori di piccole e medie imprese, coinvolti dall’utilizzo della deroga che rischiano o la cessazione del rapporto di lavoro o forti riduzioni di orari”.
Per Cgil e Uil, il Jobs Act non potrà determinare nuove assunzioni in assenza di investimenti, non interviene con forza sulle riduzione delle forme precarie di lavoro, non universalizza, ma riduce il sistema degli ammortizzatori sociali e con l’attacco allo Statuto dei Lavoratori sottrae diritti ai lavoratori.
Occorre pertanto sostenere con la mobilitazione nei luoghi di lavoro e nei territori la rivendicazione di politiche economiche e sociali diverse.
Al termine dei tre presidi, dove gli interventi porranno l’accento anche sulla riforma della scuola e sulla perequazione delle pensioni, una delegazione sindacale di Cgil-Uil sarà ricevuta dal Prefetto di Modena e dalla Direzione dell’Inps. Saranno riportate le forti preoccupazioni per l’incertezza sul ri-finanziamento degli ammortizzatori sociali nel 2015, nonché per i ritardi nei tempi di pagamento delle prestazioni di cassa integrazione che in alcuni casi sono anche di 7/8 mesi.