Non è stato approvato dal Consiglio comunale di Modena un ordine del giorno sulla legge elettorale, l’Italicum in discussione alla Camera, proposto dal gruppo per me Modena, sottoscritto anche da Forza Italia, M5s e da Francesco Rocco del Pd, che ha evidenziato posizioni diverse anche all’interno della maggioranza. Il documento, infatti, nella seduta di oggi, giovedì 30 aprile, ha ottenuto il voto a favore di Per me Mode,a FI, M5s e di Francesco Rocco del Pd, il voto contrario di CambiaModena e del Pd, l’astensione del Ncd e dei consiglieri Giulia Morini e Vincenzo Walter Stella del Pd e il non voto del capogruppo Paolo Trande del Pd.
Il documento, illustrato dal capogruppo di Per me Modena Domenico Campana, “chiede ai parlamentari modenesi che, esprimendo il loro voto senza vincolo di mandato, come la Costituzione loro garantisce e impone, intendano rappresentare anche le istanza di cittadini, movimenti, gruppi e associazioni che in queste ore si stanno mobilitando contro una legge elettorale che allontanerà ulteriormente i cittadini della politica e dal voto, riducendo gli spazi di democrazia, e che si impegnino per una legge elettorale moderna, giusta e coerente con la Costituzione”.
Tra gli interventi anche quello del sindaco Gian Carlo Muzzarelli che, motivando il suo voto contrario all’odg, ha affermato: “Se fossi stato in Parlamento avrei votato la fiducia al Governo e voterei la riforma della legge elettorale, che nel corso di quasi un anno di discussioni è stata sensibilmente migliorata rispetto alla proposta iniziale e che risponde alla duplice esigenza di rappresentanza del pluralismo politico e di governabilità del Paese”.
Il sindaco ha quindi contestato le affermazioni dell’ordine del giorno sulla “dubbia costituzionalità” della legge, sul premio di maggioranza inusitato e sul voto libero e uguale dei cittadini che essa violerebbe: “Sono affermazioni discutibili e contestate da fior di costituzionalisti – ha spiegato Muzzarelli – ma soprattutto denotano una inguaribile nostalgia per il sistema proporzionale, per gli accordi di palazzo e, probabilmente, per le larghe intese e per una politica perennemente impegnata a discutere su come spaccare il capello in quattro e mai a concludere”.
Muzzarelli ha poi ricordato di non aver mai esitato a criticare il Governo, come nel caso della finanza locale e ha affermato che “il passaggio della fiducia, pur consentito dalle norme, è stato una forzatura politica: sbagliato mettere la fiducia e sbagliato non votare la fiducia”. Per il sindaco, il governo Renzi “è nato per le riforme, per evitare all’Italia il commissariamento della Troika e per cambiare gli indirizzi della politica europea: il sentiero è stretto, i passi avanti sono faticosi, ma stiamo camminando”.
Per Muzzarelli, quindi, c’è ancora “molto da migliorare, sulla riforma del Senato, sulla politica economica e soprattutto e di nuovo sulle autonomie locali per non abbandonare i territori e non costringere gli amministratori locali a fare i gabellieri dello Stato; c’è uno scatto da compiere sui diritti civili. Ma non è il momento di fermarsi”.
Antonio Montanini di CambiaModena ha definito “non entusiasmante” l’Italicum, “ma voteremo contro l’odg invitando anche gli altri consiglieri a un atto di responsabilità. Serve una nuova legge elettorale perché l’attuale sistema elettorale è pericolosissimo e non possiamo permetterci di tornare a votare con questo sistema”.
Andrea Galli di FI ha invece annunciato di votare “volentieri” a favore del documento, “perché il sentimento dei consiglieri locali è differente da quello del livello nazionale. C’è un chiarissimo disegno di espropriazione della democrazia, se questo è il nostro destino sappiate che il gruppo di FI non è d’accordo”. Giuseppe Pellacani si è chiesto “se vale la pena di barattare la rappresentatività del Parlamento con un nuovo sistema con premio di maggioranza: finirà per governare chi avrà una irrisoria rappresentatività nel Paese – ha aggiunto – e ci può stare di chiedere ai parlamentari di valutare il voto”
Per Luigia Santoro del Ncd “il nostro intervento è inutile perché il voto a livello nazionale è previsto per lunedì. L’attesa era su una legge elettorale che riavvicinasse il Paese ma non è così: con l’Italicum si va verso una perdita di democrazia evidente. Mi asterrò perché non so giudicare la questione di costituzionalità posta dal documento”.
Secondo Domenico Campana “siamo di fronte a una svolta politica profonda, perché non si può non vedere la fragilità della rappresentanza e la disaffezione rispetto alla politica e al sistema elettorale. Il modo in cui si impone, a colpi di voti di fiducia – ha aggiunto – non può che allontanare ulteriormente i cittadini”. Marco Chincarini ha posto un quesito ai consiglieri: “Siete d’accordo nel vedere una legge elettorale portata vanti a colpi di fiducia? Da Modena noi vogliamo chiedere il rispetto della democrazia e invitiamo a votare anche in quest’Aula secondo coscienza”.
Per il Pd, Giulia Morini ha parlato di “esempio di politica fatta bene. La mia posizione è di netta contrarietà all’Italicum, ma questo non mi spinge a esprimere un giudizio sulla sua costituzionalità come fa l’ordine del giorno. Chiedo ai colleghi di ritirare il documento per ottenere lo stesso effetto ma all’interno dell’alveo delle competenze di questo Consiglio”. Per Marco Forghieri “è fuori luogo il richiamo alla incostituzionalità del documento e non mi sembra si possa dire che si va verso una legge che, rispetto a prima, toglie diritti ai cittadini. Non si può dare un giudizio così negativo in tema di preferenze e di premio di maggioranza”. Francesco Rocco ha chiarito come la sua idea “sia già espressa dalla mia firma al documento. Faccio mio l’intervento del consigliere Campana”. Vincenzo Walter Stella ha dichiarato di avvalersi “dell’assenza del vincolo di mandato” e di astenersi. Carmelo De Lillo ha ricordato che “il Consiglio deve rappresentare le istanze di tutti i cittadini. Non condivido la presa di posizione del documento che mi vede contrario”. Tommaso Fasano ha rassicurato sul fatto che “in Consiglio oggi non si sta votando la fiducia sulla legge elettorale. Quest’ordine del giorno è completamente fuori sintonia rispetto al contesto – ha aggiunto – perché la nostra possibilità di incidere è prossima allo zero. Il consigliere ha aggiunto di non accettare critiche da chi ha votato la scorsa legge elettorale”. Fabio Poggi ha definito “innegabile” che “nel dibattito di questi giorni ci sia un po’ di strumentalità” e si è detto concorde sul fatto che “i rappresentanti in Parlamento siano liberi da mandato nel votare, ma con questo odg – ha aggiunto – stiamo delegittimando i nostri parlamentari, per questo il mio voto sarà contrario”. Diego Lenzini ha parlato di legge “sicuramente non perfetta, ma se non passasse la legge ballerebbe tra una camera e l’altra, in un bicameralismo perfetto che non funziona. Dobbiamo metterci in sicurezza e dopo valutare meglio le cose”. Il capogruppo Paolo Trande ha evidenziato che “una buona legge elettorale deve tenere conto della rappresentanza ma anche della governabilità e questa legge privilegia il secondo aspetto rispetto al primo, ma non è l’anticamera della dittatura. Non condivido – ha aggiunto – l’utilizzo dell’istituto della fiducia. Pur dichiarando contrarietà all’Italicum, da capogruppo devo tenere una posizione di coordinamento e mi avvarrò del non voto”.
Per Mario Bussetti del M5s “la legge che sta per essere approvata ha problemi di merito e metodo. A livello nazionale si sta dimostrando un senso di democrazia distorta”, ha aggiunto annunciando voto a favore dell’ordine del giorno. Marco Rabboni ha chiuso il dibattito commentando che “la battaglia del Pd è sempre la prossima”.