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Da Sassuolo in gita al Castello di Gradara e alla mostra “Boldini. Lo spettacolo della modernità”

Gradara_innevataL’Associazione Culturale  Forum U.T.E. di Sassuolo informa che, per le rassegne di visite  Castelli d’Italia e Grandi Mostre, sono aperte le prenotazioni per la visita guidata di  domenica 22 febbraio 2015 al Castello di Gradara e a Forlì alla mostra Boldini. Lo Spettacolo della Modernità.

C A S T E L L O   D I   G R A D A R A

Superbe mura, intervallate da torri quadrate e percorse in tutto il loro perimetro da camminamenti di ronda, cingono il Castello di Gradara in doppio anello, proteggendo e rendendo inespugnabile la rocca. Dalla sommità delle mura lo sguardo corre libero sul verdeggiante entroterra. Sulle cime delle colline un tempo sorgevano importanti castelli ormai scomparsi, come quello di Monteluro, o i borghi fortificati del Montefeltro, soggetti al controllo dell’omonima famiglia. Si possono osservare inoltre i piccoli centri della Valconca e il profilo inconfondibile del Monte Titano, simbolo di San Marino. Gradara dalla sua strategica posizione sovrasta la fascia costiera, da Gabicce a Rimini, e soprattutto domina un tratto dell’antica via consolare Flaminia. Le mura esterne, costruite in laterizio, ressero ai diversi attacchi che Gradara subì nel scorso dei secoli, tra cui quello terribile del 1446 ad opera di Francesco Sforza e Federico da Montefeltro. La fama e la fortuna della Rocca Malatestiana nel Castello di Gradara, uno degli esempi meglio conservati di fortificazione medievale d’Italia, nata come fortezza militare su una terra di confine a partire dal XII secolo e trasformata in maestosa residenza nobiliare dalle potenti famiglie che si susseguirono nella dominazione del territorio (i Malatesta, gli Sforza e i Della Rovere), è soprattutto legate alla leggendaria e tragica storia d’amore tra Paolo e Francesca, gli sfortunati amanti cantati da Dante nel V Canto dell’Inferno, che all’interno delle sue mura consumarono la loro passione e trovarono la morte.

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Boldini_LaDameDeBiarritz_1912“C’est un classique!”. E’ questo il riconoscimento dato a Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931), fin dalla prima esposizione postuma che si tenne a Parigi a pochi mesi dalla morte. “Il classico di un genere di pittura”, ribadì in quella occasione Filippo de Pisis.
Dopo la rassegna dedicata nel 2012 a Wildt, e le due successive sul Novecento ed il Liberty, la Fondazione e i Musei di San Domenico di Forlì proseguono nella esplorazione, attraverso nuovi studi e la riscoperta di opere poco note, della cultura figurativa tra Otto e Novecento, proponendo per la stagione espositiva del 2015 una approfondita rivisitazione della vicenda di Giovanni Boldini certamente il più grande e prolifico tra gli artisti italiani residenti a Parigi. E’ in questo ideale spazio di rapporto tra Forlì e Parigi che si colloca la nostra nuova iniziativa.
Nella sua lunghissima carriera, caratterizzata da periodi tra loro diversi a testimonianza di un indiscutibile genio creativo e di un continuo slancio sperimentale che si andrà esaurendo alla vigilia della Pima Guerra Mondiale, il pittore ferrarese ha goduto di una straordinaria fortuna, pur suscitando spesso accese polemiche, tra la critica ed il pubblico. Amato e discusso dai suoi primi veri interlocutori, come Telemaco Signorini e Diego Martelli, fu poi compreso e adottato  negli anni del maggiore successo dalla Parigi più sofisticata, quella  dei fratelli  Goncourt e di Proust, di Degas e di Helleu, dell’esteta Montesquiou e della eccentrica Colette. Rispetto alle recenti mostre sull’artista, questa rassegna si differenzia per una visione più articolata e approfondita della sua multiforme attività creativa, intendendo valorizzare non solo i dipinti, ma anche la straordinaria produzione grafica, tra disegni, acquerelli e incisioni. Le ricerche più recenti di Francesca Dini (curatrice della mostra insieme a Fernando Mazzocca), consentono di arricchire il percorso con la presentazione di nuove opere,  sia sul versante pittorico che, in particolare,  su quello della grafica.
Uno di punti di maggior forza, se non quello decisivo, della mostra sarà la riconsiderazione della prima stagione di Boldini negli anni che vanno dal 1864 al 1870, trascorsi prevalentemente a Firenze a stretto contatto con i Macchiaioli. Questa fase, caratterizzata da una produzione di piccoli dipinti (soprattutto ritratti) davvero straordinari per qualità e originalità, sarà vista in una nuova luce grazie alla possibilità di presentareparte del magnifico ciclo di dipinti murali realizzati tra il 1866 e il 1868 nella Villa detta la “Falconiera”, a Collegigliato presso Pistoia, residenza della  famiglia inglese dei Falconer. Si tratta di vasti paesaggi toscani e di scene di vita agreste che consentono di avere una visione più completa del Boldini macchiaiolo.
Le prime sezioni, nelle sequenza delle sale al piano terra, saranno dedicate all’immagine dell’artista rievocata attraverso autoritratti e ritratti; alla biografia per immagini (persone e luoghi frequentati); all’atelier; alla grafica così rivelatrice della sua incessante creatività.
Le sezioni successive, al primo piano, dopo il ciclo della “Falconiera”, ripercorreranno attraverso i ritratti di amici e collezionisti la grande stagione macchiaiola.
Seguirà la prima fase successiva al definitivo trasferimento a Parigi, caratterizzata dalla produzione degli splendidi paesaggi e di dipinti di piccolo formato con scene di genere, legata al rapporto privilegiato con il celebre e potente mercante Goupil.
Avranno subito dopo un grande rilievo, anche per la possibilità di proporre confronti con gli altri italiani attivi a Parigi, come De Nittis, Corcos, De Tivoli e Zandomenenghi, le scene di vita moderna, esterni ed interni, dove Boldini si afferma come uno dei maggiori interpreti della metropoli francese negli anni della sua inarrestabile ascesa come capitale mondiale dell’ arte, della cultura e della mondanità.
Seguiranno infine le sezioni dedicate alla grande ritrattistica che lo vedono diventare il protagonista in un genere, quello del ritratto mondano, destinato ad una straordinaria fortuna internazionale. A questo proposito costituirà una novità la possibilità di accostare per la prima volta ai suoi dipinti le sculture di Paolo Troubetzkoy in un confronto interessante sia sul piano iconografico che formale.

Quota di partecipazione  € 55,00  a persona  (compresi i biglietti d’ingresso)

Per informazioni e per la prenotazione obbligatoria, entro e non oltre venerdì 20 febbraio 2015, Danira Guidetti Calabrese  348 5495475

Viaggio andata e ritorno  a Gradara e a Forlì in pullman – pranzo libero

P A R T E N Z E

da Sassuolo, piazzale Risorgimento, ore 7.00
da Modena, piazzale della Motorizzazione Civile, ore 7.15

Le visite guidate saranno condotte da Luca Silingardi, storico dell’arte.

Gli acconti e i saldi delle quote di partecipazione  saranno ritirati ogni venerdì presso la sede di Forum UTE,  in piazzale Risorgimento 52 a Sassuolo, dalle ore 17.30 alle ore 19,  secondo le modalità e le scadenze che saranno comunicate al momento della prenotazione telefonica.
Coloro che fossero impossibiliti a raggiungere la sede,  possono procedere al versamento degli acconti e dei saldi,
secondo le medesime modalità e scadenze,  a mezzo di bonifico bancario sul conto corrente 1151036
presso la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Sassuolo Sede
intestato a Forum UTE
IBAN: IT 17 F 05387 67010 000001151036

















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