«Con i sindaci valuteremo se e quali azioni intraprendere verso Terna/Enel e come assicurare d’ora in poi una informazione più puntuale rispetto al blackout. La mancanza di corrente in troppe zone di questo territorio è stato il vero grande problema. Occorre quindi approfondire quanto è successo dalla tipologia della nevicata, alla caduta della centrale di Terna che ha causato l’effetto domino su Enel ed Hera e sui livelli di coordinamento tra Prefettura e Comuni. E la Provincia scriverà a Enel e Hera sul tema della manutenzione delle reti». Lo ha affermato Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena, nel corso del summit che si è svolto mercoledì 11 febbraio in Provincia, con tutti i sindaci modenesi per fare il punto sulla gestione delle nevicate di questi ultimi giorni.
Muzzarelli, aprendo l’incontro, ha espresso «il ringraziamento alla Protezione civile, agli operai e tecnici privati e pubblici, volontari e cittadini che si sono rimboccati le maniche per superare l’emergenza. La Provincia, nonostante le note difficoltà e incertezze e un bilancio non ancora approvato, si è subito attivata con azioni e spese per sgombero neve per superare una parte dei problemi e ridurre i disagi. L’impegno regionale di cinque milioni di euro – ha aggiunto Muzzarelli – è una prima notizia positiva, così come è necessaria ora la dichiarazione di stato di emergenza nazionale».
Nel corso della discussione, che si incentrata soprattutto sui disagi relativi alla rete elettrica, Romano Canovi, sindaco di Pavullo, dopo aver sottolineato che «stiamo tornando alla normalità per quanto riguarda la fornitura dell’elettricità» ha affermato che «non è ammissibile che i cittadini restino senza fornitura elettrica per tanti giorni, ci sono stati troppi ritardi. Il simbolo del paese, il Pinone, si salverà ma per la manutenzione del parco Ducale danneggiato dalla neve servono ora almeno 100 mila euro».
Anche il sindaco di Carpi Alberto Bellelli ha rilevato il problema dei ritardi di Enel negli interventi sulla rete elettrica e la mancanza di comunicazioni, come Luciano Mazza, sindaco di Montese, che ha lamentato «ritardi negli interventi e noi sindaci eravamo soli ad affrontare l’emergenza. Serve più manutenzione sulle alberature per evitare il ripetersi di questi problemi», mentre Pietro Balugani, sindaco di Zocca, dando atto che «i tecnici di Hera hanno fatto il possibile» ha ribadito la necessità di migliorare tutto il sistema di intervento anche se una situazione così non si era mai vista». Giandomenico Tomei, sindaco di Polinago, ha sottolineato «la drammaticità della situazione e le difficoltà dei piccoli Comuni» per poi ringraziare «gli operatori locali di Hera che hanno svolto un lavoro eccezionale». Sulla manutenzione sono intervenuti anche Marco Bonucchi, sindaco di Sestola, Corrado Ferroni, sindaco di Pievepelago, Mirto Campi, sindaco di Fiumalbo, e Valter Canali, sindaco di Prignano.
Diversi interventi hanno ribadito il tema della mancanza di comunicazioni ai sindaci e ai cittadini da parte dei gestori sulla situazione dei black out, un tema ripresa Roberto Solomita, sindaco di Soliera, Sonia Pistoni assessore a Sassuolo, Maria Costi, sindaco di Formigine, Denis Bertarelli, assessore ai Lavori pubblici di Castelfranco Emilia, Carlo Bruzzi, sindaco di Castelnuovo Rangone, e Francesco Rubbiani, assessore ai Lavori pubblici di Vignola che ha parlato di «rapporto con i gestori da rivedere». Il sindaco di Medolla Filippo Molinari ha evidenziato il tema degli allagamenti non ancora risolto sul territorio comunale, mentre il sindaco di Spilamberto Umberto Costantini ha evidenziato la necessità di una ulteriore ricognizione sulle strutture comunali.
PRIMA STIMA PER LO STATO DI EMERGENZA: 10 MLN DI DANNI, PREVISTE ULTERIORI VERIFICHE
Ammontano a oltre dieci milioni di euro i danni nel modenese provocati dalle recenti nevicate. Una prima ricognizione è stata fornita dalla Protezione civile della Provincia nel corso del summit con i sindaci.
Come spiega Rita Nicolini, responsabile della Protezione civile provinciale «la Regione ci ha chiesto di effettuare una prima ricognizione dei danni per la richiesta dello stato di emergenza da inviare al Governo. E questi dati sono il frutto di una prima indagine realizzata in base alle indicazioni dei sindaci che prende in esame i costi delle emergenze, quelli per i ripristini e una prima valutazione ai danni alle strutture pubbliche e private, tra cui le tensostrutture crollate che prosegue nei prossimi giorni».
Per la spalatura straordinaria (escluse quindi le risorse per quella ordinaria) e gli interventi sulle alberature sono stati spesi quasi un milione e mezzo di euro per complessivi 143 interventi; altri 2,6 milioni serviranno per la messa in sicurezza della viabilità e del verde; mentre oltre tre milioni serviranno per eliminare i rischi e la messa in sicurezza idrogeologica; quasi 100 mila euro sono stati spesi per l’assistenza alla popolazione, mentre sulle strutture pubbliche danneggiate una prima stima vede danni per oltre 2,6 milioni, ma da aggiornare nei prossimi giorni insieme alla valutazione dei danni alle strutture private, dove per ora sono segnalati dai Comuni danni per oltre 300 mila euro, e quelli connessi con la mancata erogazione di energia elettrica.
Nel corso dell’incontro sono stati illustrati anche i dati sull’attività della Protezione civile provinciale dal Centro unificato di Marzaglia che ha seguito e coordinato gli interventi di emergenza in costante contatto con i sindaci, il centro operativo regionale e i gestori dei servizi.
«Per i soggetti più fragili – ha illustrato Nicolini – sono state messe a disposizione strutture sociosanitarie o alberghiere. Con l’intervento dei quasi 500 volontari abbiamo coordinato l’invio di generatori di corrente in strutture sensibili come Casa serena a Sassuolo, in abitazioni con criticità specifiche e allevamenti. Per far fronte ad eventuali criticità abbiamo allestito anche 14 centri di accoglienza, in collaborazione con i sindaci e in base alle informazioni che avevamo sulle aree interessate dalle interruzioni alla rete. Le strutture sono state utilizzate da alcune decine di persone visto che gran parte dei cittadini colpiti ha affrontato la situazione autonomamente».
I centri di accoglienza sono stati aperti da venerdì sera in strutture pubbliche, parrocchiali o polisportive a Carpi, Castelfranco Emilia, Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Fiorano, Nonantola, Palagano, Pavullo, Polinago, Savignano sul Panaro, Serramazzoni, Vignola e Zocca per complessivi quasi 500 posti letto disponibili.
PER PULIRE MILLE KM DI STRADE PROVINCIALI, SPESI 300 MILA EURO, 50 MILA PER TOGLIERE LE PIANTE
Per sgomberare dalla neve la rete di oltre mille chilometri di strade provinciali la Provincia ha speso, dal 4 al 6 febbraio, oltre 350 mila euro di cui 50 mila euro solo per gli interventi urgenti, praticamente su tutta la rete, sulle alberature pericolanti o per rimuovere quelle cadute che impedivano una circolazione regolare. Il sale utilizzato finora supera i sette mila quintali.
E’ l’attività prosegue anche in questi giorni. Nella mattina di mercoledì 11 febbraio è previsto, tra gli altri, un intervento per sgomberare dalla neve la strada comunale che conduce al lago Santo e un intervento per allargare la carreggiata della provinciale 324 a S.Annapelago. E tutti i mezzi spargisale della Provincia continuano l’attività sia in Appennino che in diversi tratti di pianura contro il rischio delle gelate notturne.
Occorre comunque guidare con prudenza, con catene o gomme da neve, anche perché, rilevano i tecnici del servizio provinciale Viabilità, con temperature particolarmente rigide l’effetto del sale si attenua fino a diventare nullo.
Sulle strade provinciali è caduto oltre un metro di neve in montagna (quasi due al passo delle Radici), mentre in pianura e collina sono caduti dai dieci ai 60 centimetri a seconda delle zone.
Come ha spiegato durante il summit con i sindaci Luca Rossi, responsabile del servizio Manutenzione opere pubbliche della Provincia, «il problema principale alla viabilità, un pò in tutto il territorio provinciale, sono state le alberature cadute o spezzate dal peso della neve»; occorre anche tenere conto che «l’efficacia della pulizia delle strade dipende da diversi fattori, tra cui la quantità della neve, la temperatura, l’orientamento a nord del tratto stradale con strade nello stesso territorio che hanno bisogno di un trattamento diverso a seconda di questi fattori».
Le criticità principali sulla viabilità provinciale in pianura sono riconducibili, comunque, alla presenza di numerosi mezzi pesanti, spesso sprovvisti delle dotazioni invernali, come conseguenza della chiusura dei caselli autostradali; i problemi maggiori si sono verificati a Nonantola, sulla Vignolese tra il casello di Modena sud e Spilamberto e tra Maranello e Pavullo. Nella serata di venerdì 6 febbraio, comunque, tutte le strade di pianura erano pulite.
In montagna si sono registrati tratti critici tra Pievepelago e Montecreto lungo la provinciale del passo delle Radici, tra Guiglia e Zocca e tra la frazione di Montemolino e Palagano sulla provinciale 28. Dalla serata di martedì 10 febbraio le strade provinciali risultano pulite, salvo tratti sporadici su cui si sta intervenendo.
Il Piano neve della Provincia può contare su 169 mezzi: di questi 130 sono spartineve (tutti di ditte private individuate tramite gara d’appalto biennale) di cui 69 in montagna e 61 in pianura; i mezzi spargisale sono 31 messi a disposizione dalle ditte, di cui 17 in montagna e 14 in pianura, oltre a otto mezzi “combinati” cioè sia spartineve che spargisale più le due turbine.
Le ditte private, specializzate nella manutenzione invernale e selezionate tramite gara d’appalto sono in tutto 70; per l’impiego fisso di questi mezzi la Provincia nel biennio 2014-2016 sostiene un spesa di 620 mila euro a cui sono da aggiungere le ore di effettivo lavoro durante le nevicate.