La crisi, la perdita del lavoro, la ricerca del primo lavoro, la ricerca di un lavoro qualsiasi: problemi ed interrogativi che riguardano ogni giorno milioni di persone in Italia e negli altri Paesi dell’Unione europea. È per questo che i deputati europei hanno approvato recentemente una risoluzione con la quale chiedono nuovi investimenti che creino posti di lavoro e crescita, all’interno di un’economia verde e con nuovi servizi sociali e sanitari e nuove tecnologie.
«Ciò che gli europei vogliono sono posti di lavoro. Ecco cosa li preoccupa maggiormente ed è in questo campo che dobbiamo agire – hanno affermato gli eurodeputati durente il dibattito – In particolare, ci sono due proposte importanti nel pacchetto per l’occupazione della Commissione: l’introduzione di salari minimi dignitosi per lottare contro la povertà e il dumping sociale, e la creazione di una “garanzia europea per i giovani” per avvicinare i giovani al mondo del lavoro».
«Salario minimo sì, ma sufficiente – ribatte l’onorevole Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti – Con un salario minimo un lavoratore deve essere in grado di mantenersi, pagarsi un alloggio decente e avere di che mangiare e vestirsi fino a fine mese». Motti ricorda che «nella risoluzione che abbiamo approvato chiediamo alla Commissione ed agli Stati Membri di aumentare gli investimenti nel settore privato, in particolare per quanto riguarda le piccole e medie imprese e le micro imprese che assicurano oltre due terzi dei posti di lavoro della Ue, in particolare attraverso gli appalti pubblici e l’accesso ai finanziamenti».
L’incertezza riguardo l’occupazione si fa sempre più grande, sono più di sei milioni le persone che hanno perso il proprio posto di lavoro nell’Unione europea dall’inizio della crisi finanziaria ed economica del 2008 e, secondo le stime, saranno necessari adesso più di 17,6 milioni di nuovi posti di lavoro per conseguire gli obiettivi fissati nella strategia Europa 2020.
In particolare il Parlamento chiede un sistema di garanzia europea per i giovani, garanzia che fornirebbe un lavoro o un tirocinio a ogni giovane rimasto disoccupato per oltre quattro mesi. E chiede inoltre che il tirocinio non sia semplicemente un periodo di sfruttamento, ma un momento formativo serio, attraverso il quale un giovane possa acquisire delle conoscenze reali da poter utilizzare poi in un lavoro futuro.