“Quando c’è la salute c’è tutto” recita un detto popolare che risuona ancor più vero nell’attuale periodo di crisi economica in cui sempre meno bolognesi riescono a destinare parte delle proprie risorse economiche alla cura e alla prevenzione della propria salute.
Molti felsinei infatti (45%) hanno razionalizzato negli ultimi 12 mesi le spese per la salute. Il 34% fa solo le visite indispensabili quando ne ha davvero bisogno, mentre l’11% dichiara apertamente di effettuare meno controlli per motivi economici.
È quanto segnala la nuova ricerca1 dell’Osservatorio Sanità2 di UniSalute, la compagnia del Gruppo Unipol specializzata in assistenza sanitaria, attenta alle tematiche della salute degli italiani.
Andando più nel dettaglio, si scopre come siano in particolare le donne (59%) ad aver stretto la cinghia anche sul fronte salute.
Ad ulteriore conferma di come l’attenzione alle spese coinvolga anche la salute, il dato secondo cui quasi un bolognese su cinque (19%) ha diminuito la frequenza con cui si rivolge alla sanità privata – notoriamente più costosa di quella pubblica – e ben l’87% degli intervistati dichiara che ciò è dovuto a questioni economiche.
Quando si rivolge alla sanità privata, la maggioranza dei felsinei (61%) lo fa perché i tempi di attesa nel pubblico sono troppo lunghi e non sempre ci si può permettere di aspettare troppo per curare la propria patologia.
Questa nuova fotografia conferma quanto già evidenziato da altre ricerca di UniSalute realizzate negli ultimi anni: i tagli alle spese che da qualche anno i bolognesi – e gli italiani in generale – sono costretti a fare riguardano anche le cure mediche. Questa tendenza ormai consolidata conferma pertanto come nei prossimi anni la sanità dovrà inevitabilmente essere sempre più sostenuta da forme di assistenza integrativa che supplisca alla contrazione dei redditi delle famiglie permettendo loro di garantirsi prestazioni sanitarie immediate e di qualità.
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1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora nel 2014 su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età (over 30), sesso ed area geografica.
2 L’Osservatorio Sanità di UniSalute, avviato nel 2002 con l’obiettivo di monitorare il mondo della sanità integrativa, si occupa oggi anche della percezione degli italiani su temi quali prevenzione, fiducia, competenza, conoscenza dei servizi sanitari pubblici e privati, oltre che sul ruolo del welfare sanitario in azienda.
UniSalute è la prima assicurazione sanitaria in Italia per numero di clienti gestiti. Si occupa esclusivamente di assicurazione per la salute in modo unico ed innovativo attraverso il lavoro di 580 persone, tra cui 45 medici presenti in azienda e un network qualificato di strutture sanitarie convenzionate direttamente presso le quali gli assicurati possono usufruire di prestazioni sanitarie di qualità con ridotti tempi di attesa e con il pagamento della prestazione da parte della Società.
Ogni cliente UniSalute ha dietro di sé la forza di 4,8 milioni di assicurati e di una “centrale di acquisto” che garantisce un controllo qualificato e costante della qualità: 9 clienti su 10 consigliano la struttura in cui hanno effettuato le cure. La rete di strutture sanitarie convenzionate è diffusa capillarmente su tutto il territorio nazionale e comprende ospedali, case di cura, poliambulatori, centri diagnostici e fisioterapici, studi odontoiatrici e di psicoterapia.
Fondata dal Gruppo Unipol nel 1995, UniSalute è leader nazionale nella gestione dei Fondi Nazionali di categoria, delle Casse Professionali e delle Casse aziendali.