La stagione del Nuovo Cinema Teatro Italia di Soliera riapre i battenti nel nuovo anno all’insegna della drammaturgia italiana più innovativa. Giovedì 8 gennaio, alle 21, sarà il Teatro Sotterraneo a presentare “Be Normal!”, una sorta di seguito del divertente e spiazzante “Be Special!”, presentato lo scorso anno sempre a Soliera, in esclusiva provinciale. Il nuovo spettacolo propone una riflessione, esilarante, intelligente e amara, sul tema del talento e della vocazione, costretta a infrangersi contro le dure e spietate logiche di un paese in crisi, non solo economica. Si riflette in modo originale sul conflitto fra le generazioni di oggi, sui giovani che si confrontano con ambizioni spesso irrealizzabili. Per il pubblico modenese è un’occasione speciale per seguire l’evoluzione artistica di una compagnia, quella di Prato, che si è conquistata l’attenzione della critica, e non solo a livello nazionale.
“Be Legend!” consisteva di una serie di brevi appuntamenti attorno alla figura del personaggio leggendario (che fosse Amleto o Giovanna d’Arco) incarnato in scena da un bambino, diverso in ogni episodio, come a voler indicare che la leggenda non fosse altro dall’estremizzazione di una inclinazione istintiva, appartenente all’uomo come un’orma nell’anima. Con “Be Normal!” i due attori Sara Bonaventura e Claudio Cirri, sotto l’attenta supervisione di Daniele Villa in regia, abitano una sorta di metropolitana in attesa di passeggeri, strade, semafori, supermercati, in un continuo straniamento che è la cifra stilistica della compagnia, insieme ad un’ironia mai banale e affilata. Non ne manca, anche quando si mette in scena un colloquio di lavoro per entrare nella Mafia, quando una figlia isterica accudisce una madre ridotta a scheletro, quando si illustra una guida pratica per l’eliminazione degli anziani, distribuendo palline da lanciare alle sagome di vecchi simbolici: da un lato la regina Elisabetta, il creatore di Playboy Hugh Hefner, Paperon de’ Paperoni, dall’altro il più temuto, il vero nemico giurato del giovane che non può crescere, il “vecchio generico Mario Rossi”. L’unico a rimanere in piedi.
Parafrasando la celebre poesia “Urlo” di Allen Ginsberg, Teatro Sotterraneo scrive nella presentazione “…ho visto le migliori menti della mia generazione domandarsi se ti pagano, quanto, quante ore al giorno lo fai, per quanto ancora pensi di farlo, lo fai perché senti di doverlo fare o lo devi fare per soldi? Ho visto le migliori menti della mia generazione perdersi e lasciar perdere. Ho visto le migliori menti e anche le peggiori guardare dritto negli occhi il proprio daimon e sparargli, tanto che me ne faccio…”.
Info e biglietti: 059.859665, 347.3369820 – www.fondazionecampori.it