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“Pmi, credito e strumenti innovativi”, ieri la tavola rotonda nella sede di Apmi Confimi Impresa Modena

Apmi111214È possibile migliorare il rapporto tra imprese e banche? In un’economia globalizzata, quali sono i criteri di valutazione applicati? Questi gli spunti che ieri pomeriggio hanno guidato la tavola rotonda dal titolo “Pmi, credito e strumenti innovativi”, tenutosi nella sede di Apmi Confimi Impresa Modena, nell’ambito della settima edizione della “Settimana della piccola e media impresa”. Presenti, oltre al presidente alcuni importanti rappresentanti del mondo bancario quali Luca Lorenzi, presidente Abi Emilia-Romagna e Guglielmo Belardi, responsabile promozione Mediocredito centrale insieme a Cristiano Bernassati, presidente GTechnology Fondazione Organismo di ricerca e a Giacomo Ferraresi Tesoriere e Responsabile dell’Area finanza dell’associazione. Alla tavola rotonda hanno inoltre partecipato Gabriele Caridi, direttore commerciale della Banca Interprovinciale, Tarcisio Fornaciari, responsabile territoriale Emilia Centro Bper, Giuseppe Zanardi, Area manager di Unicredit Banca e Alessandro Zorzi, responsabile credito di Area di Mps. A fare gli onori di casa il presidente Gorzanelli, che ha rimarcato l’obiettivo di “collaborare con le banche, dando spazio a quegli strumenti che possono rendere più trasparente il rapporto con le imprese. A tale proposito – ha sottolineato – è importante dare spazio alle start-up e come associazione stiamo facendo un lavoro specifico in questo senso, offrendo alle neo imprese un anno intero di servizi associativi totalmente gratuiti“. È poi toccato a Ferraresi, esporre l’analisi svolta da Confimi nelle provincie di Modena e Reggio, che ha coinvolto 207 aziende che rappresentano complessivamente più di un milione di fatturato e quasi 3.700 dipendenti.

Luca Lorenzi, presidente Abi, ha auspicato che la nuova liquidità concessa proprio in queste ore dalla Bce alle banche europee “venga immessa nell’economia reale, e distribuita quindi a imprese e famiglie. La vera crisi – ha aggiunto Lorenzi – è quella dei consumi e di conseguenza del mondo industriale”. Costituisce un problema, a giudizio pressoché unanime dei rappresentanti del mondo del credito, selezionare i clienti giusti da finanziare. In particolare, dai dati presentati da Abi, la provincia modenese registra difficoltà maggiori rispetto ad altre aree, con i prestiti alle imprese calati del 3% e quelli alle famiglie del 2,1%, mentre le sofferenze sono arrivate al 12%.

Guglielmo Belardi del Microcredito centrale: “Le banche sono imprese commerciali come le altre imprese: devono selezionare i soggetti con cui lavorare; il Fondo di Garanzia è un ulteriore strumento a disposizione: “A Modena c’è largo uso di questa soluzione, basti pensare che da gennaio a novembre le banche hanno fatto quasi 1.300 richieste di copertura, il 50% in più rispetto al 2013, segno che la volontà di finanziare le imprese c’è”.

Ma cosa devo chiedere gli imprenditori per ottenere credito? Il primo a rispondere è Giuseppe Zanardi, area manager di Unicredit Modena: “Quando dialoghiamo con le piccole aziende dobbiamo conoscere il loro bilancio e i loro comportamenti”. Alessandro Zorzi, responsabile credito di Area di Monte Paschi di Siena, ha sottolineato l’importanza dell’internazionalizzazione: “Le aziende che oggi si presentano più solidi e affidabili sono quelle che si sono lanciate sui mercati esteri già anni fa in maniera strutturata”. Ha chiesto un salto di qualità nel rapporto banche-imprese Tarcisio Fornaciari, responsabile della Direzione territoriale Emilia Centro Bper: “Dobbiamo tenere presente che i criteri con cui la Bce valuta gli istituti sono stringenti, e per ogni impresa che finanziamo ci viene chiesto se abbiamo a disposizione la documentazione relativa alle prospettive degli investimenti che andiamo a sostenere; operiamo in un mondo estremamente diverso rispetto al passato, nel quale i criteri di valutazione sono molto meno soggettivi”. Uno stimolo particolare è venuto da Gabriele Caridi della Banca Interprovinciale, il quale ha citato il crowdfunding: “Si tratta di una raccolta di risorse dalla gente comune, ormai diffusissimo all’estero. Tutti, banche e imprese, dobbiamo trovare strade nuove. Sul nostro territorio abbiamo aziende con grosse potenzialità e dobbiamo ripartire da ciò che siamo, dal nostro estro e la nostra creatività”.

Altra questione sottolineata è quella della patrimonializzazione: a molte aziende manca il patrimonio e non la liquidità; tutti i rappresentanti del mondo creditizio sono stati unanimi nel sottolineare il punto.

È stato poi sottolineato, sulla base di un dato esposto da Ferraresi e rilevato nell’indagine Confimi, il dato di un buon 60% di imprese intervistate che afferma di ignorare il proprio rating. Anche in questo caso la valutazione concorde è stata sulla necessità di lavorare sulle imprese affinché conoscano e “manutengano” il proprio rating, dal quale dipende sia il livello del merito creditizio, sia il costo del denaro.

 

Nella foto un momento dell’evento

















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