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Al Fabbri di Vignola Umberto Orsini in ‘La leggenda del grande Inquisitore’

leggenda-grande-inquisitoreQuarant’anni dopo il celebre sceneggiato Rai I Fratelli Karamazov, il 10 dicembre alle ore 21.00 presso il Teatro Fabbri di Vignola, Umberto Orsini torna a vestire i panni di Ivan in un episodio fondamentale del romanzo di Dostojievski, in cui lo stesso Ivan racconta al fratello Alioscia il proprio romanzo mai scritto: ‘La leggenda del grande Inquisitore’. Non si tratta di una rivisitazione o di un’attualizzazione: questo capitolo autonomo viene messo alla prova dalla regia di Babina e “migrato” in un contesto completamente differente. “Non si è dunque trattato di attualizzare attraverso la messa in scena un testo che viene da un’altra epoca, né si è dato per scontato che le sue parole siano ancora valide, pronunciabili” afferma Babina che prosegue “Ma si è partiti dal presupposto che lo spettacolo stesso interrogasse il testo, lo mettesse alla prova, al confronto con un “essere” mutato, trasformato. Da questo, nasce l’idea di un lvan (che altro non è che un personaggio e quindi per sua natura inattuale), che si interroga, fa i conti con i suoi contenuti e compie questa sua auto-interrogazione sul punto limite tra vita e morte, tra morte e resurrezione, che non sono la morte e la resurrezione di un uomo ma quelle di un personaggio e del suo racconto. Un emblema dunque. Altro tema fondamentale altra ossessione, è il rapporto tra contenuto e contenitore. Anche questo è un tema spettrale che ha a che fare strettamente con la nostra essenza nel contemporaneo”.
Ormai invecchiato, Ivan continua a ossessionarsi sulle grandi domande che l’uomo si pone: il potere, la libertà, la fede. Un suo giovane doppio, una sorta di Mefisto, lo costringe a un duello verbale serrato su cosa sia meglio per l’uomo: la rischiosa vertigine della libertà oppure il quieto asservimento? Ivan proverà a rispondere a queste domande in una TED conference, il format di conferenze il cui obiettivo è di mettere in rete “idee degne di essere diffuse”, con l’effetto di mostrare, ironicamente, lo spettro nascosto della nostra contemporaneità. “Abbiamo immaginato un lvan vecchio (la mia età)” afferma Orsini “e un figlio (che nel romanzo non c’è) ma che ci potrebbe essere come figlio-demone, figlio tentatore, figlio Mefisto, che cerca di tentare il vecchio lvan-Faust con la possibilità di dire quelle parole del Grande Inquisitore oggi, davanti alla platea di TED Conference un luogo non virtuale dove in diciotto minuti oggi uno può tentare di dire qualcosa che vale la pena di essere raccontato. E tutte le scene che precedono questo racconto non sono che una esemplificazione a volte fulminea a volte più elaborata di quei temi (libertà, fede, mistero, autorità, speranza, fame ecc) che sono contenuti nel racconto che finalmente, dopo tanti anni, lvan fa davanti al pubblico, come se il personaggio avesse finalmente scritto il suo romanzo. (…) Le parole del Grande Inquisitore oggi a chi farebbero paura? La chiesa, o l’autorità, o il potere tout-court, agiscono ancora come il vecchio inquisitore sosteneva essere l’unico modo che permettesse agli uomini di essere liberi attraverso la negazione della libertà? Viviamo nella stessa illusione? Non voglio raccontare di più. Vorrei che il pubblico facesse lo sforzo di raccordare da solo i frammenti gettati qua e là costruendo il suo percorso mentale, ascoltando, guardando, semplicemente, come avviene a teatro”.

 

Ingresso € 23 / 11

BIGLIETTERIA TEATRO ERMANNO FABBRI  Via Minghelli, 11 –  tel. 059/9120911
Orari:  mercoledì, giovedì e sabato dalle ore 10.30 alle 14.00

VENDITA ONLINE www.emiliaromagnateatro.com – www.vivaticket.it
















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