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Unimore: una mostra dedicata a G.B. Amici e seminario su musei e innovazione

L’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia propone due modi e due letture distinte per parlare di innovazione. Lo fa, in primis, con una mostra dedicata a quello che fu uno straordinario innovatore della sua epoca, Giovanni Battista Amici, a 150 anni dalla sua scomparsa. E lo fa con un seminario, parlando di come sia possibile aggiornare la fruizione delle collezioni museali attraverso il supporto del digitale.

Mostra Giovanni Battista Amici

Si comincia oggi, giovedì 27 novembre, con l’inaugurazione alle ore 18.30 della mostra “Giovanni Battista Amici: ottico, astronomo, naturalista” che sarà allestita a Reggio Emilia, presso la sede universitaria di Palazzo Dossetti (v.le Allegri,9), curata dalla prof. ssa Elena Corradini docente di Museologia in UNIMORE e delegato del Rettore ai Musei Universitari, dal prof. Alberto Meschiari della Scuola Normale Superiore di Pisa e dalle dott.sse Elisabetta Farioli e Silvia Chicchi.

“Giovanni Battista Amici – ha sottolineato il Rettore prof. Angelo O. Andrisano – è certamente uno dei più prestigiosi scienziati che ha espresso la città di Modena: ci è sembrato doveroso ricordarlo anche con questa mostra che si fonda sullo spirito di collaborazione che vede attivi i Musei della nostra Università capofila di quelli della rete delle più importanti Università italiane in un progetto finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. La modernità di Amici consiste nella sua capacità di avere sempre avuto molta attenzione a dare una finalità applicativa alle sue ricerche. Attraverso la figura di Amici assume rilevanza il ruolo che la nostra Università ha sempre esercitato per lo sviluppo  e il sostegno della ricerca scientifica e della ricerca applicata, a partire dagli stimoli ricevuti da Amici fin dall’inizio dell’attività dal professore di Fisica Giovanni Battista Tommaselli per la realizzazione degli strumenti per arrivare, poi, all’insigne matematico Paolo Ruffini, Rettore dell’Università, che sostenne la ricerca scientifica di Amici, presentando e facendo pubblicare le sue memorie presso l’Accademia delle Scienze fin dal 1818”.

L’allestimento, già esposto mesi orsono a Modena, Firenze e Viterbo e per il quale è stato ricevuto il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, è suddiviso in quattro sezioni che  gettano uno sguardo sulla attività molteplice dell’illustre scienziato, vissuto a cavallo fra Settecento e Ottocento, distintosi come ottico, “instrument maker”, astronomo e naturalista.

La mostra, che si è arricchita di una sezione dedicata agli scienziati reggiani, prosegue le celebrazioni promosse per il 150esimo della morte di questo grande costruttore di strumenti scientifici ottici dell’Italia preunitaria, scienziato di levatura internazionale, il quale diede grande impulso allo sviluppo del moderno microscopio e delle osservazioni microscopiche.

 

Seminario “Musei e innovazione”

Inizia invece domani, venerdì 28, a partire dalle ore 9.00, e prosegue sabato 29 novembre presso l’Aula magna del Palazzo del Rettorato (via Università, 4) a Modena il seminario internazionale “Musei e innovazione. Il contributo delle tecnologie digitali allo sviluppo del ruolo culturale e sociale dei Musei Universitari”, organizzato dalla prof. Elena Corradini in collaborazione con UMAC, University Museums and Collections International Committee dell’ICOM, International Committee of Museums, di cui sarà presente il presidente prof. Hugues Dreyssé,  che ha ricevuto il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

“Obiettivo fondamentale del seminario – afferma la prof. Elena Corradini-  è promuovere iniziative che stimolino processi di apprendimento formale e informale su vari temi legati alla cultura scientifica attraverso esemplari, oggetti, artefatti e  collezioni conservate nei Musei Universitari massimizzando la rete dei Musei Universitari Italiani di recente costituita e coordinata dalla nostra Università, e arricchendo i suoi contenuti e la sua efficacia comunicativa”.

Nel corso della due giorni verranno presentate esperienze realizzate nei musei che fanno parte della rete italiana dei Musei Universitari  e messe a confronto con esperienze internazionali, europee, statunitensi e sudamericane legate alla rappresentazione del patrimonio culturale scientifico attraverso l’utilizzo di sistemi di comunicazione multimediali, strumenti interattivi e multimediali,  guide virtuali, presentazioni in realtà aumentata o ricostruzioni in 3D.

 

“I Musei Universitari – ha dichiarato il Rettore prof. Angelo O. Andrisano –  sono promotori di formazione continua sulla scienza e la tecnologia durante e dopo la scuola e luoghi di incontri culturali e benessere. Rafforzano la solidarietà sociale e sono attivi nel promuovere sistemi locali, regionali e virtuali e capaci di attivare sinergie nazionali e internazionali per la sostenibilità e le attività finalizzate  all’ orientamento e all’apprendimento permanente e  ricorrente per pubblici diversi. E’ necessario promuovere una nuova e aggiornata  immagine dei Musei Universitari  intesi come laboratori e luoghi di promozione di un dialogo critico, interdisciplinare e collegato ai correnti temi scientifici”.

 

Il ricco programma dell’iniziativa prevede i saluti del Rettore di UNIMORE prof. Angelo O. Andrisano, del prof. Alessandro Capra, Direttore del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, del prof. del prof. Hugues Dreyssé, Presidente UMAC-ICOM (University Museums and Collections International Committe) dell’Université de Strasbourg, della dott.ssa Valentina Galloni, coordinatore regionale ICOM – International Council of Museums – Emilia Romagna Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia Romagna, della prof.ssa Elena Corradini Vice-presidente ICOM-UMAC (University Museums and Collections International Committe), UNIMORE.

A seguire si terranno gli interventi di numerosi accademici ed esperti nazionali ed  internazionali che contribuiranno a definire le esperienze fatte in musei internazionali nell’utilizzo di supporti digitali per l’innovazione e l’aggiornamento della fruizione delle collezioni museali.

 

LA MOSTRA

“Nella prima sezione, – spiega la prof.ssa Elena Corradini, che ha curato l’allestimento –  introdotta dai ritratti dei più importanti scienziati di fama internazionale con i quali Amici si trovò a collaborare, viene illustrata, con il supporto di testi e manoscritti provenienti dalla Biblioteca Estense, la carriera dello scienziato e instrument maker che, dopo gli anni modenesi, si concluse a Firenze, dove Amici, direttore della Specola del Museo di storia naturale, continuò a realizzare strumenti per gli scienziati di tutta Europa. Particolare attenzione, in questa prima sezione, viene dedicata alle camere lucide, originale strumento che consentiva di riprodurre in disegno quanto veniva osservato e con il quale Amici eseguì numerosi ritratti di colleghi e amici che frequentavano il suo studio, alcuni dei quali sono riprodotti in mostra”.

“Nella seconda sezione – precisa il prof. Alberto Meschiari, altro curatore della mostra – sono esposti alcuni microscopi di Amici. Grande rilevanza ha, nel bicentenario della sua costruzione, un microscopio a riflessione, o catadiottrico, del 1814, il primo ad essere conservato. Attraverso gli strumenti in mostra, i documenti e i testi esplicativi, si può seguire l’evoluzione dei contributi di rilievo internazionale dati da Amici al perfezionamento di questo strumento, dal catadiottrico all’acromatico, dalla lente emisferica frontale all’obiettivo a immersione. Di pari passo procedevano le innovative osservazioni naturalistiche compiute da Amci che furono oggetto dei suoi studi sia nel settore della botanica, dalla ripresa dello studio della circolazione della linfa in alcune pianticelle acquatiche, iniziato nel Settecento dall’abate reggiano Bonaventura Corti, docente presso la nostra Università, fino alla descrizione dell’intero processo della fecondazione in alcune piante fanerogame, che in quello della istologia. dove descrisse minuziosamente la fibra muscolare striata”.

La terza sezione è dedicata all’astronomia, ovvero alla storia della Osservatorio astronomico di Modena nel torrione orientale del Palazzo Ducale ed alla Specola del Museo di Storia Naturale di Firenze ed agli strumenti realizzati da Amici: dallo strumento dei passaggi, ai telescopi riflettori e rifrattori, ai suoi micrometri, allo spettroscopio con prisma a visione diretta, nonché alle sue osservazioni astronomiche. La quarta e ultima sezione, che è stata aggiunta nella sede reggiana, è dedicata agli scienziati reggiani collegabili con Amici: Bonaventura Corti (1779-1813) e Angelo Secchi (1818-1878).

 

















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