Il Partito Democratico ha la maggioranza assoluta dei seggi nel nuovo consiglio regionale 29 più il presidente Bonaccini, ai quali si aggiungono i due eletti da Sel.
Per quanto riguarda l’opposizione: la Lega Nord sarà il gruppo più numeroso con nove consiglieri. Due rappresentanti per Forza Italia, ai quali si aggiunge uno di Fratelli d’Italia. Cinque i rappresentanti del M5s. Entra l’Altra Emilia-Romagna, fuori il Ncd-Udc.
Il Partito Democratico che, grazie anche al premio di maggioranza che ha sostituito il listino, elegge tutti i consiglieri regionali uscenti, con l’unica eccezione del modenese Luciano Vecchi. Tornano in viale Aldo Moro infatti la vice presidente uscente Simonetta Saliera (forte di quasi 12mila preferenze, la più votata), la presidente del consiglio Palma Costi, Antonio Mumolo, Giuseppe Paruolo, Roberta Mori, Luciana Serri e l’assessore uscente Paola Gazzolo.
Fra i nuovi ingressi ci sono Andrea Rossi (ex sindaco di Casalgrande), il segretario del Pd di Ferrara Paolo Calvano, Silvia Prodi (nipote dell’ex premier) e Valentina Ravaioli. Dei 29 consiglieri eletti del Pd, 15 sono uomini e 14 donne.
Sel, invece, porta in consiglio Igor Taruffi di Porretta Terme (Bologna) e il reggiano Yuri Torri.
La pattuglia della Lega Nord, oltre che dal candidato presidente Alan Fabbri che ha diritto ad un posto in consiglio, elegge altri otto consiglieri, fra loro il segretario della Lega Nord Emilia Fabio Rainieri. Sono quasi tutti under 40 e tutti uomini: fra loro l’eletto più giovane, il piacentino Matteo Rancan, 23 anni. Con loro, nel centrodestra, due consiglieri regionali uscenti: l’ex vice presidente del consiglio Enrico Aimi e Galeazzo Bignami, che entra forte di oltre 9mila preferenze.
Tre elette e due eletti, invece, per il Movimento 5 Stelle, che sarà guidato da Giulia Gibertoni. Terza classificata nella sfida dei presidenti, non ha un seggio garantito, ma è stata comunque eletta nel suo collegio di Modena.
La composizione del consiglio potrebbe cambiare, per quanto riguarda le file del centrosinistra, se Bonaccini dovesse scegliere alcuni assessori fra gli eletti, chiedendo loro (come da prassi, anche se la legge non lo impone) di lasciare il seggio in consiglio regionale.
(fonte: Ansa)