Sempre più giù le vendite a prezzi correnti che segnano un ribasso dal 3,3 al 3,8 per cento nel terzo trimestre del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013 per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna. Torna ad appesantirsi l’eccedenza delle giacenze. Grazie anche alla stagionalità, è atteso un sensibile miglioramento delle vendite nel quarto trimestre.
Queste indicazioni emergono dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio, Unioncamere Emilia-Romagna e Unioncamere.
Le tipologie. Il dettaglio specializzato è in difficoltà. Peggiora la tendenza già grave per quello in prodotti alimentari (-6,9 per cento) e va male lo specializzato non alimentare (-3,0 per cento). Per la prima volta dall’inizio della rilevazione le vendite degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini cadono del 3,0 per cento. Dopo avere riorientato le sue abitudini verso le grandi strutture non specializzate, il consumatore ora taglia decisamente i consumi.
L’andamento delle vendite è correlato alla dimensione aziendale. La flessione è stata molto pesante (-5,4 per cento) per la piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti), ampia (-3,5 per cento) per quella media (da 6 a 19 addetti) e ridotta (-1,5 per cento) per le imprese di maggiore dimensione (da 20 addetti in poi).
Il Registro delle imprese. A fine trimestre erano attive 47.449 imprese del dettaglio, poco meno di un anno prima (-0,7 per cento, 348 unità). Crescono rapidamente le società di capitale (+4,3 per cento). Crisi della domanda e restrizione del credito gravano sulle società di persone (-258 per cento) e sulle ditte individuali (-255 per cento).
Si accentua il contrasto tra imprese strutturare e dotate di capitali e imprese minori basate sull’attività diretta di micro imprenditori.