La qualità della cocaina che vendeva nei parchi della città a 20 euro la dose era di assoluta qualità e comunque la migliore per combinarla con l’eroina e ottenere lo speedball ovvero la combinazione tra un oppiaceo ed un eccitante che assunto tramite inalazione o iniezione causa una forte dipendenza. Un giro d’affari assolutamente redditizio quello ricostruito dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Reggio Emilia che hanno sentito numerosi giovani reggiani accertando oltre 700 cessioni di cocaina in poco più di 3 mesi fatte da Dodo ovvero il nome di battaglia con cui il pusher era conosciuto negli ambienti dei cocainomani. Il GIP del Tribunale di Reggio Emilia, accogliendo le richieste avanzate dalla Dr.ssa Piera Cristina Giannusa, Sostituto presso la Procura reggiana, ha emesso a carico dell’uomo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che l’altro pomeriggio e’ stata eseguita dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Reggio Emilia che hanno condotto le indagini. In carcere con l’accusa di spaccio di stupefacenti aggravato dalla continuazione del reato e’ finito un cittadino nigeriano 41enne domiciliato a Reggio Emilia, ristretto a disposizione della competete Autorità Giudiziaria.
L’indagine ha preso il via lo scorso mese di settembre quando i Carabinieri dell’Aliquota Operativa di Reggio Emilia impegnati in un servizio antidroga nel parco Campo di Marte 2 assistono ad uno scambio sospetto tra un giovane reggiano ed un uomo di colore in sella ad un bici da donna che riesce ad allontanarsi. Il giovane reggiano fermato dai Carabinieri viene condotto in caserma e trovato in possesso di due dosi di cocaina appena acquistate dallo straniero. I militari avviano le indagini partendo dall’utenza cellulare del pusher reperita in disponibilità del giovane fermato. Vengono identificati e sentiti giovani reggiani, risultati suoi clienti, di varie estrazioni sociali che dichiarano di aver comprato in plurime occasioni cocaina da un giovane di colore a loro noto come Dodo che riconoscono nella fotografia mostrata loro dai Carabinieri con il volto dell’odierno indagato. I racconti si riscontrano a vicenda tanto più in quanto tutti i testimoni attribuiscono allo spacciatore lo stesso numero di telefono e molti anche lo stesso nome di battaglia, Dodo. La certosina attività investigativa portava a ricostruire negli ultimi 3 mesi circa oltre 700 cessioni di cocaina per un business di svariate migliaia di euro. Lo spaccio avveniva secondo una precisa strategia che vedeva il pusher a bordo di una bici da donna raggiungere i suoi clienti nei parchi cittadini dove si concretizzava lo spaccio. Un giro d’affari redditizio anche per la qualità della cocaina – a detta dei suoi stessi clienti – che bene si prestava a miscelarsi con l’eroina per ottenere lo speedball di cui molti facevano uso. Le risultanze investigative dei Carabinieri dell’Aliquota Operativa concordate dalla Procura reggiana e recepite dal GIP hanno quindi portato all’odierno provvedimento restrittivo che ha visto il pusher finire in carcere.