Un miglioramento degli istituti di democrazia diretta e di democrazia partecipativa del Comune di Modena a partire dai referendum, riducendo il numero delle firme necessarie e distinguendo tra abrogativi e consultivi, per arrivare fino alle consultazioni popolari (da attivare anche con l’uso esclusivo di strumenti telematici), a una verifica delle consulte, all’ulteriore sviluppo di strumenti come l’istruttoria pubblica, le istanze, le petizioni e le proposte, l’accesso agli atti e, naturalmente, ai nuovi Quartieri in fase di costituzione proprio in questi giorni.
Sono i temi delle proposte dell’Amministrazione comunale definiti dalla Giunta, come elaborazione degli indirizzi del programma del sindaco Gian Carlo Muzzarelli, illustrate nei giorni scorsi dall’assessora alla Partecipazione e ai Quartieri Ingrid Caporioni alla commissione consiliare Affari istituzionali che, presieduta da Caterina Liotti, ha avviato il percorso per intervenire, appunto, sullo Statuto e sul regolamento degli istituti di partecipazione.
“Dobbiamo interrogarci sul funzionamento e sull’efficacia delle attuali procedure – spiega Caporioni – per individuare insieme i miglioramenti necessari perché la partecipazione informata dei cittadini alla vita politica accresce il senso civico e l’appartenenza alla comunità, rende più trasparenti i processi decisionali, produce decisioni migliori e più efficaci, contenendo i conflitti e aumentando il prestigio e l’autorevolezza delle istituzioni”.
Rispetto ai referendum si propone una chiara distinzione tra l’abrogativo, di necessità vincolante, e il consultivo con una riduzione significativa del numero di firme necessarie per la richiesta di entrambi, ma in modo maggiore per il consultivo. Con la possibilità anche di differenziare le basi elettorali: solo gli elettori per l’abrogativo, i residenti per il consultivo. E anche per il quorum potrebbe essere introdotta una distinzione con maggiore flessibilità per il consultivo, che potrebbe essere applicato anche a livello di quartiere. Con le stesse regole di base del referendum abrogativo, poi, si potrebbe introdurre anche quello deliberativo per la produzione di atti di governo.
Per le consultazione popolari, aperte a tutti i residenti e attivate, anche da parte di gruppi di cittadini, su specifiche questioni, dovrebbe essere l’obbligo dell’esame dei risultati da parte del Consiglio. La consultazione sarebbe attivabile anche utilizzando esclusivamente gli strumenti telematici, su specifiche piattaforme e con identificazione sicura del partecipante, con il Comune che garantirebbe l’accesso alle postazioni pubbliche.
Novità potrebbero essere introdotte anche per l’istruttoria pubblica, con una migliore specificazione rispetto a oggi della formula del contraddittorio, così come per le consulte, da coordinare con i tavoli previsti dal Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
Per istanze, petizioni e proposte, così come per l’accesso agli atti, si può pensare a un ulteriore canale di presentazione attraverso internet, mentre i nuovi Quartieri potrebbero avere un ruolo nell’attivazione di alcuni degli strumenti di partecipazione, come i referendum o le consultazioni popolari, oltre a poter organizzare iniziative autonome di consultazione e partecipazione dei cittadini, rendicontando i risultati ottenuti alla Giunta e al Consiglio comunale.
“Nel rispetto della piena autonomia del Consiglio – continua l’assessora Caporioni – abbiamo voluto proporre un disegno organico, coraggioso e innovativo. Al di là delle soluzioni specifiche che saranno adottate, quel che conta è migliorare la democrazia rappresentativa rendendola al tempo stesso più efficiente e più aperta e partecipata. Modena ha una grande tradizione di partecipazione popolare e noi puntiamo a rilanciarla nelle nuove condizioni della vita istituzionale e politica”.