Sarà il Savoia Horel Regency di via del Pilastro 2 a Bologna a ospitare domani, venerdì 24 ottobre, il congresso di Legacoop Servizi Emilia-Romagna, associazione alla quale aderiscono 327 cooperative. Quello dei servizi è un ambito vasto, nel quale confluiscono diversi comparti: trasporto merci, logistica e movimentazione, multiservizi, ristorazione, trasporto persone, culturali e varie.
«Il dato più rilevante – osserva il presidente, Alberto Armuzzi, avviato alla riconferma – è quello sull’occupazione: dal 2009 al 2013 è aumentata di circa 10.000 unità, in netta controtendenza con l’andamento generale. Insomma, le cooperative hanno salvaguardato e ampliato le occasioni di lavoro, magari riducendo parte del patrimonio e gli utili».
Si tratta di un comparto a forte intensità di lavoro dove i processi produttivi e la cultura cooperativa hanno visto una larga innovazione: internazionalizzazione, forte know-how, introduzione dei sistemi tecnologici più avanzati hanno consentito di stare nella crisi interpretando in modo nuovo i mercati, trasformandosi.
«Questo – sottolinea Armuzzi – pur in una situazione dove, ad esempio nella logistica e nel trasporto e movimentazione delle merci, abbondano le cooperative spurie, quelle che non aderiscono a nessuna associazione, spesso continugue alla criminalità, che inquinano il mercato con prezzi più bassi ottenuti attraverso la compressione e il disconoscimento dei diritti dei lavoratori. Contro di esse stiamo conducendo un’opera continua di denuncia». Armuzzi richiama la pubblica amministrazione ad abbandonare negli appalti la pratica del massimo ribasso per adottare il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che consideri anche gli aspetti etici e il costo del lavoro valutandolo secondo i contratti di settore.
«Su questi e su altri punti vogliamo e possiamo lavorare assieme alle organizzazioni sindacali – prosegue Armuuzzi – alle quali chiediamo di trovare una convergenza, tenendo presente le difficoltà del mercato, anche sulla contrattazione».
Armuzzi guarda al futuro, anche della rappresentanza: «La prospettiva è quella dell’Alleanza delle cooperative italiane – sostiene il presidente di Legacoop Servizi –. Bisogna dare vita anche in Emilia-Romagna, assieme a Confcooperative e Agci, al coordinamento dei Servizi e delle Utilities e, intanto, avviare il cantiere per arrivare alla costituzione dell’area Lavoro di Legacoop».
Legacoop Servizi tiene costantemente monitorato un campione di 114 cooperative. Il raffronto degli anni che vanno dal 2009 al 2013 mostra che Il patrimonio (capitale sociale e riserve), pur a fronte di alcuni segni negativi a livello di percentuale ( -6,79% il 2010 sul 2009 e -14,02% il 2012 sul 2011) nel complesso è stato salvaguardato e preservato, attivando interventi di ripiano delle perdite, liquidità fresca immessa nelle cooperative e riduzione degli utili.
Il capitale sociale passa da 146.705.838 euro nel 2009 fino a 161.131.887 euro nel 2013. Così pure le riserve che nel 2009 erano pari ad 887.489.576 euro raggiungono nel 2013 quota 893.607.764 euro.
La redditività, negli anni, si è sempre più erosa fino ad arrivare al segno negativo ( -9,28% il 2010 sul 2009 e -25,53% il 2011 sul 2010 mentre il dato positivo del +60,56% del 2012 sul 2011 è da analizzare, infatti per il 99% deriva da proventi straordinari, quindi da non considerare come un incremento dell’attività ordinaria) per salvaguardare l’occupazione sia dei soci sia dei dipendenti non soci.
Anche il fatturato nel suo complesso ha tenuto passando da 3.773.117.427 euro del 2009 a 4.303.218.051 euro del 2013, con margini positivi molto ridotti, come pure il numero dei soci che registra un piccolo aumento fra i soci dipendenti, e dei dipendenti non soci. I soci lavoratori passano da 27.293 del 2009 a 27.362 del 2013, i soci imprenditori calano da 5.925 nel 2009 a 5.541 nel 2013, i dipendenti non soci passano da 31.111 nel 2009 a 40.818 nel 2013.
Sul valore della produzione, circa il 40% viene assorbito dal lavoro e circa il 2% dalle imposte. Quest’ultimo (2%) in termini percentuali non dice nulla; viceversa, preso come valore assoluto pesa per circa 70milioni di euro all’anno che le cooperative pagano all’erario che è pari ad una media del 60% dell’utile lordo e/o utile ante imposte, questo a conferma che il movimento cooperativo, come tutti i soggetti economici, contribuisce alla fiscalità della Regione e del Paese.