L’Alma Mater parteciperà al prossimo Festival della Scienza di Genova che si terrà nel capoluogo ligure dal 24 Ottobre al 2 Novembre prossimi. Il tema dell’edizione 2014 è il “Tempo” e l’Università di Bologna racconterà attraverso una mostra-laboratorio il tempo nel mondo vegetale: come si ottengono nuove varietà vegetali.
Tempo per impollinare, seminare, innestare, valutare, moltiplicare, far maturare e innovare la ricerca agraria. È questo il “Tempo” che racconterà la mostra “Cosa mangio di nuovo? Lo svela la carta di identità vegetale”. La mostra, curata dal Dipartimento di Scienze Agrarie insieme all’Area della Ricerca e Trasferimento tecnologico dell’Alma Mater, in collaborazione con l’Azienda agraria dell’Ateneo, descrive al pubblico come si ottengono nuove varietà vegetali. I visitatori potranno toccare con mano l’attività “in campo”, camminando tra alberi di vecchie e nuove specie, impollinando, seminando e innestando. Vedranno cosa succede “in laboratorio”, dove muniti di pinzette tutti potranno sperimentare come si creano nuove piante senza passare da un seme, conoscere le nuove tecniche di laboratorio e attribuire una carta d’identità alle singole varietà vegetali grazie alle piantine coltivate da Vivai Battistini.
Il percorso illustrerà l’evoluzione dei metodi di ricerca agraria tra innovazione e studio, conservazione e salvaguardia della biodiversità. In un laboratorio di “panel test”, realizzato grazie alla collaborazione di Melinda, i visitatori saranno, infine, guidati nell’analisi comparata dei frutti. La mostra ospiterà anche “Coltura & Cultura”, l’iniziativa multimediale sostenuta da Bayer CropScience che racconta come nasce e come arriva sulle nostre tavole ciò che mangiamo.
Lo sviluppo di nuove varietà vegetali è uno dei principali campi di ricerca del settore agrario dell’Università di Bologna. In passato, gli agricoltori hanno modificato la struttura genetica di una popolazione selezionando le piante che presentavano le caratteristiche che preferivano per ottenere varietà migliori di quelle usate in precedenza: più resistenti alle malattie, più produttive, di qualità superiore o mature in tempi diversi. Oggi, allo stesso modo, i ricercatori dell’Università di Bologna, sfruttando la diversità genetica offerta da collezioni di vecchie varietà – il germoplasma – e le nuove conoscenze scientifiche, sono in grado di ottenere nuove varietà che rispondono alle diverse esigenze dei consumatori. I programmi di miglioramento genetico dell’Università di Bologna hanno portato, di recente, alla selezione e diffusione delle varietà di ciliegio Sweet e del nuovo kiwi giallo Dorì e a breve arriveranno pere e mele.
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