Telefonate esca per chiedere informazioni e aver un contatto presso l’acetaia presa di mira poi l’ordine di diverse confezioni di aceto balsamico pagati con un apparente regolare assegno bancario risultato poi rubato. In questo modo un astuto truffatore emiliano, con precedenti specifici, ha raggirato un’azienda reggiana acquistando una partita di aceto balsamico per un importo di circa 500 euro che ha inteso saldare con assegno bancario poi risultato rubato e per questo non esigibile. Un colpo che potrebbe essere la punta di un iceberg di un più ampio giro di truffe compiute in altre acetaie tra Reggio Emilia, Modena e Parma su cui ora si stanno concentrando le indagini dei Carabinieri di Albinea che hanno operato la denuncia del truffatore. I militari di Albinea, infatti, a conclusione delle relative indagini, con l’accusa di truffa hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un 50enne di Carpi nel modenese che è riuscito a raggirare l’acetaia reggiana impossessandosi di confezioni di aceto balsamico per un valore di 470 euro.
Secondo la ricostruzione investigativa dei Carabinieri, l’uomo attraverso alcune telefonate esca spacciandosi per un ristoratore otteneva un primo contatto con cui intavolare, per conto e per nome del suo inesistente ristorante, una trattativa per l’acquisto di confezioni di aceto balsamico. Conclusa la trattiva puntuale come un orologio svizzero si è quindi presentato presso l’acetaia caricando le confezioni di aceto balsamico ordinate per un valore di 470 euro. Ha regolarizzato la fattura pagando con un assegno bancario, apparentemente regolare, di pari importo. Quando il commerciante è andato in banca a incassare l’assegno è rimasto con un pugno di mosche: l’assegno era stato infatti rubato ai danni di un’agenzia di amministrazioni condominiali di Savona. Resosi conto di essere stato raggirato il commerciante, con attività a Scandiano, si presentava ai Carabinieri denunciando la truffa ad pera di ignoti. I carabinieri di Albinea forti della meticolosa descrizione del truffatore fornita dalla vittima che aveva fotografato nella sua mente il volto del farabutto rivolgevano le loro attenzioni investigative nei confronti dell’odierno indagato peraltro resosi responsabile anche nel recente passato di colpi con lo stesso modus operandi. Le conferme sulle responsabilità del 50enne di Carpi sono poi giunte anche dalla stessa vittima che in un’apposita seduta di individuazione fotografica riconosceva nel 50enne il truffatore che alla luce di quanto emerso veniva denunciato alla Procura reggiana per il reato di truffa e ricettazione dell’assegno rubato.