L’ultima episodio, in ordine temporale, risale a qualche giorno fa, quando è venuto a galla un’altra storia raccapricciante. Alcuni pedofili, tramite Facebook e Ask si facevano mandare foto osè e poi partiva la minaccia: “Se ti tiri indietro metto tutto su YouTube”. Un giro venuto alla luce dalle indagini della Procura di Roma. Decine le denunce quasi tutte partite dai genitori delle vittime.
Le vittime sono giovanissime: hanno quasi sempre meno di 15 anni, frequentano ancora le scuole medie, il più delle volte sono di sesso femminile. L’approccio scatta sui social network, in primis Facebook e Ask, attraverso i quali decine di uomini possono creare falsi profili e spacciarsi per minorenni. E, soprattutto, possono scorgere le fotografie pubblicate da ragazzini e ragazzine che spesso ammiccano ingenuamente di fronte alla webcam del computer, giocando a fare i grandi. Il primo contatto è con una richiesta di amicizia, corredata da un complimento carino: “Sei davvero una meraviglia, abbiamo la stessa età, conosciamoci!”. La minore, adulata, risponde con leggerezza al messaggio. E così cade nella trappola.
Eppure il modo di “stangare” i pedofili del web esisterebbe. Eccome. Da una proposta dell’onorevole Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti, sarebbe potuto nascere il Logbox il “Grande Padre che veglierà su Internet”, “una sorta di super testimone – spiega l’onorevole – per combattere i crimini informatici. Si tratta di un software di ultima generazione che promette di essere una scatola nera per i nostri computer. Installato in ogni macchina, consentirebbe di conservare, in forma di tabulato e in modo criptato, le attività di un determinato computer eseguite dall’utente, come per esempio il tempo di connessione su determinati siti e tutte le altre informazioni sulla navigazione, per poi servire come prova di difesa qualora fossero contestati dall’autorità giudiziaria illeciti di vario tipo” conclude l’onorevole reggiano. In pratica il software, il cui progetto fu presentato da Motti e dall’hacker Fabio Ghioni al Parlamento di Bruxelles, sarebbe un ‘grande fratello’ alla rovescia, in grado di tutelare i proprietari di computer da possibili accuse su reati non compiuti (ma che potrebbero essere compiuti da terzi tramite la loro linea e i loro pc). Ovvio che l’idea non sia piaciuta per nulla al partito dei pirati informatici e alle lobbies della peso pornografia, che hanno attaccato pubblicamente l’eurodeputato per settimane anche quando passó la sua Risoluzione a Bruxelles per estendere la direttiva sull’archiviazione dei dati di traffico (quella che permette di stanare chi adesca tramite le email) anche ai social forum e alle chat. Ora l’Europa è ingessata legislativamente in attesa della revisione della direttiva. Contenti i pirati e i pedofili.