Era doveroso e nell’aria che Luca Bonaffini, uno degli autori più significativi vicini a Pierangelo Bertoli, dedicasse a quest’ultimo anche un album. Anche, si. Perché dopo diverse partecipazioni a tributi, conferenze, concerti e spettacoli a tema, nel 2013 aveva estratto dal cilindro un personalissimo ricordo – in forma romanzata – del suo collega/maestro (“la notte in cui spuntò la luna dal monte” edito da PresentArtSì).
Come il libro, anche il cd – in distribuzione nazionale dal 7 agosto – è volutamente “parziale”.
Bonaffini, infatti, raccoglie sette momenti a lui cari del repertorio di Bertoli, riscrivendoli in maniera propria, originale e del tutto personale.
Basti ascoltare canzoni come “La luna sotto casa”, con un arrangiamento vocale stile America anni 70, oppure “Maddalena” – storia di ordinaria omosessualità – evocativa del migliore James Taylor; e poi arrivano capolavori come “Varsavia”, trasformatasi da ballata rock a lento struggente, e “Il centro del fiume”, potente e profonda.
Non mancano all’appello però nemmeno la straordinaria “Per dirti t’amo”, semplice e immediata come l’originale, “Chiama piano” (finalmente nella versione migliore di Bonaffini) e una variante inconsueta e condivisa di “Eppure soffia”, dove Luca ritrova i suoi vecchi amici a cantare con lui: Alberto (figlio di Pierangelo) e Flavio Oreglio (attore e cantautore con cui ha collaborato sia per Zelig, sia per altri progetti cantautorali come Musicomedians).
Sette tracce, non una di più, per non cadere nella banalità del “tributo”, perché di tributo proprio non si tratta.
Una traccia al giorno, dunque, una per ogni colore dell’arcobaleno, una per ogni nota.
Luca Bonaffini dopo “Nessuno è scomparso” (Teorema, 2007), torna a quel sette che – tra le altre cose – è anche il nome della sua piccola casa di produzione (C7, come l’accordo in inglese di DO settima).
Registrato e mixato presso LS Studio di Mantova, dal produttore Alberto Grizzi, l’album è volutamente in stile anni 70. Addirittura, come ha affermato l’artista mantovano, “La filosofia di fondo del cd è quella del cosiddetto live in studio, eliminando il click elettronico e suonando in diretta con sovra incisioni. Come accadeva nel dopo guerra, fino agli anni 70 i musicisti realizzavano in sala d’incisione quello che sentivano, arrangiando i pezzi lì, in tempo reale. Sarebbe un disco da pubblicare in vinile, ma al momento va bene su cd”.
Al suo fianco il prezioso contributo fonico di Grizzi, anche chitarrista elettrico, e di Matteo Pinfari (al basso), Andrea Presciuttini (al pianoforte e alle tastiere), Nicola Martinelli (alla batteria), Gio Canevese (cori).
Più gli special guest di Alberto Bertoli e Flavio Oreglio (in “Eppure soffia”) e del fisarmonicista storico di Pierangelo (Claudio Ughetti) che ha suonato in alcuni brani.
Un album gioiosamente anacronistico e felicemente inattuale, ma solo in apparenza: perché leggendo i testi e scavando tra le righe, si legge una contemporaneità sociale disarmante facendo di Bertoli, se non un profeta, un poeta capace di raccontare un tempo fatto di vite e di storie che non muore mai, attraverso una canzone civile e d’autore.
Titolo: Sette volte Bertoli – Artista: Luca Bonaffini
Tracce: 7 – Etichetta: Delta Italiana – N° catalogo: DEDL 27934 – Data di pubblicazione: 7 agosto 2014