Saranno Paolo Giordano e Luigi Garlando i protagonisti della premiazione della XIX edizione del “Premio Letterario Frignano” di domani. A loro il compito di conversare con alcuni membri della giuria e di leggere alcuni brani tratti dai loro libri.
L’importante manifestazione letteraria nata nel 1959, ha riconquistato quest’anno la sua originaria identità “nomade” intitolata al Frignano, e si è divisa fra Pavullo e Pievepelago, iniziando un nuovo corso che in futuro avrà per protagoniste anche altre località dell’Appennino modenese. L’onore della premiazione tocca quest’anno a Pavullo, dove domani sabato 6 settembre, a partire dalle ore 17.00 presso il Castello di Montecuccolo, Paolo Giordano ritirerà il XIX Premio Letterario Frignano vinto con il romanzo “Il nero e l’argento”, edito da Einaudi e a Luigi Garlando toccherà invece la palma per la sezione dedicata alla narrativa per ragazzi intitolata a Giuseppe Pederiali con il romanzo “O’maè”, (Piemme).
Il premio letterario prevede dal 2010 due sezioni: una riservata a opere narrative di autori italiani viventi edite tra il maggio 2013 e il maggio 2014, che possono essere presentate dagli autori stessi, da editori o proposte dalla giuria, di cui Arrigo Levi è presidente onorario, e una dedicata alla narrativa per ragazzi. Gli altri componenti della giuria sono Michelina Borsari, Franca Baldelli, Roberto Barbolini, Stefano Marchetti, Riccardo Pontegobbi e Stefano Calabrese. Nelle passate edizioni il Premio è stato vinto da scrittori del calibro di Alberto Bevilacqua, Vinicio Capossela, Antonio Scurati, Michele Mari, Ugo Cornia, Cesare De Marchi e Aldo Busi.
La premiazione quest’anno, oltre a cambiare sede coinvolgendo il comune di Pavullo, somiglierà a una conversazione letteraria con tanto di intermezzi all’arpa eseguiti da Alessandra Zivieri, durante la quale la giuria, dopo le tradizionali motivazioni dei premi, si confronterà con i vincitori che leggeranno anche estratti dalle loro opere.
Paolo Giordano, Il nero e l’argento, Einaudi
È senza dubbio l’autore più giovane e premiato della letteratura contemporanea italiana. Classe 1982, torinese di nascita e dottore di ricerca in fisica teorica, nel 2008 ha ottenuto uno straordinario riscontro di pubblico con “La Solitudine dei numeri primi”, un romanzo che ha venduto oltre un milione di copie, ha ricevuto numerosi premi, dal Campiello allo Strega, al Frignano Opera Prima. Scrittore di orientamento stilistico essenzialista e minimal, amante delle “distanze” narrative, anche in quest’ultimo romanzo Giordano persegue con lucidità il “raffreddamento” della storia raccontata. Se “La solitudine dei numeri” primi metteva in scena due personaggi simili ma asintotici, destinati per così dire a sfiorarsi in una vicinanza distante, nel “Nero e l’argento” non si può neppure parlare di una storia vera e propria. Lui e lei, il nero e l’argento, vivono l’esistenza di una giovane coppia che per accudire il figlio ricorrono all’aiuto di A., signora tuttofare che entra nella routine domestica portandovi ordine, capacità di governo classificatorio della realtà e processi decisionali chiari ed efficaci, ma a un certo punto anche la malattia e il mistero ingiustificabile della morte. Affetta da cancro, A. esce infatti lentamente dall’alveo della routine della giovane coppia, in affanno con la realtà e i cui destini sono “insolubili”, cioè incapaci di mescolarsi in una miscela armonica. Attraverso “Il nero e l’argento”, che potremmo definire romanzo di parola, dove la rinuncia all’agire dei personaggi orienta l’attenzione del lettore sul piccolo gesto quotidiano Giordano si conferma uno scrittore con la maiuscola, in grado di utilizzare le parole secondo un sapiente, raro e originale artigianato narrativo.
“La mia idea iniziale – ha dichiarato Giordano in una recente intervista – era di creare un unico flusso di pensieri, senza interruzioni, senza capitoli. Poi, a un certo punto, ho deciso di provare a spezzarlo e questo ha cambiato molto il passo della narrazione. Per due anni ho preso solo appunti su questa storia senza scriverne. Anche nel periodo in cui ho seguito il decorso della malattia di questa persona, prendevo costantemente appunti, non solo su quello che mi raccontava la mia signora A. ma anche sulle riflessioni nate dalle sue parole. Da questi appunti poi sono partito, scoprendo in essi molto più di me che della signora A. Ci sono dei libri in cui sei spinto a continuare dall’esigenza di scoprire un’evoluzione. Qui l’evoluzione della storia è tradita nel primo paragrafo. Questo è un racconto che vive nel “durante” della scrittura, nel movimento”.
Paolo Giordano, è nato a Torino nel 1982. Nella stessa città ha conseguito la laurea specialistica e il dottorato in fisica teorica. I suoi romanzi sono “La solitudine dei numeri primi” (Mondadori, 2008, vincitore Premio Strega, Premio Campiello Opera Prima e Premio Frignano Opera Prima), “Il corpo umano” (Mondadori, 2012) e “Il nero e l’argento” (Einaudi, 2014), tutti tradotti o in corso di traduzione in molti paesi stranieri.
Luigi Garlando, O’maè, Piemme
Filippo ha quattordici anni e un destino segnato. Abita a Scampia, dove il futuro gli dà una sola possibilità: entrare nel Sistema, la camorra. Suo fratello Carmine, infatti, è affiliato al clan del boss Toni Hollywood e lui lavora come sentinella. Un pomeriggio, però, suo zio gli chiede di accompagnarlo alla palestra di judo di Gianni Maddaloni. A Filippo quei ragazzi che combattono in “pigiama” all’inizio sembrano ridicoli. Con il tempo, però, il judo gli insegna a guardare le cose in modo nuovo, e presto il ragazzo sarà costretto a scegliere tra il clan di Toni Hollywood e quello dei Maddaloni. Tra la vasca di marmo nero a forma di conchiglia che ha visto nella villa del boss e i fenicotteri che un tempo popolavano il parco e che i “guerrieri in pigiama” promettono di riportare a Scampia.
Luigi Garlando, laureato in lettere moderne a Milano, comincia a muovere i primi passi nel mondo dei fumetti e approda poi alla Gazzetta dello Sport, di cui ora è editorialista. Come inviato ha partecipato a due campionati del mondo (Germania 2006 e Corea e Giappone 2002), due giochi olimpici ed un Tour de France. È stato premiato dal CONI per la sezione inchieste e per il racconto sportivo. E’ autore di libri di successo per ragazzi (tra cui la fortunata serie Gol) sui positivi valori del calcio.
“Sono molto contento di questa vittoria – confessa Luigi Garlando – perché questo Premio contribuisce a dare visibilità a una storia e a una missione, come quella del maestro di judo Gianni Maddaloni a Scampia, che rischia di essere poco conosciuta e sommersa. La Scampia di cui tutti parlano è quella di Gomorra, nel mio libro invece si parla di una splendida trincea di legalità che merita di essere resa nota”.
Alla più prestigiosa manifestazione letteraria dell’Appennino modenese che ha visto tra i suoi fondatori il critico Carlo Bo, quest’anno hanno partecipato 24 case editrici fra cui Einaudi, Mondadori, Sellerio, Marsilio, Piemme, Ponte alle Grazie e Giuntiper un totale di 37 opere in gara, 23 per il Premio Frignano e 14 per il Premio Frignano Ragazzi intitolato a Giuseppe Pederiali.
La manifestazione è promossa dall’Unione dei Comuni del Frignano, Comune di Pievepelago, Comune di Pavullo, Accademia “Lo Scoltenna” e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, in collaborazione con Artinscena e con il sostegno di Hera e del Lions Club Pavullo nel Frignano.