Prendere uno scatto del passato ed accostarlo ad uno del presente che immortala il medesimo luogo. Si chiama “fotografia comparata” e, il metodo, è quello di ripetere lo scatto storico originale, nei giorni attuali per trasformare l’occhio umano in una vera e propria macchina del tempo. Fotografie che permettono di osservare come negli anni il territorio su cui viviamo, abitiamo, lavoriamo sia notevolmente mutato. Il fotografo attuale è Fabrizio Frignani che, nell’ambito della mostra promossa dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, ha inaugura venerdì 29 agosto alle ore 21 “Sguardi comparati, da quota mille al Po ovvero il sentimento geografico del tempo”. La mostra è un progetto a cura di Antonio Canovi, visitabile nei locali della Sala degli affreschi della Rocca (municipio) domenica 31 agosto dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 22, mentre mercoledì 3 settembre e sabato 6 settembre dalle ore 19 alle 22.
In contemporanea sarà esposto il lavoro svolto dagli studenti dell’istituto comprensivo di San Polo e Canossa, dal titolo: “Le acque di San Polo viste dai ragazzi della classe 4° dell’Istituto comprensivo Petrarca di San Polo”
“Siamo partiti da un’analisi su lavori già fatti in precedenza-spiega Frignani- abbiamo selezionato tra le 10 mila immagini dell’archivio della Bonifica una ventina di scatti. Quindi, con i personale della bonifica abbiamo ricercato i medesimi luoghi sul territorio. In maniera più semplice quando c’era l’elemento architettonico ancora presente, in maniera a volte assai complessa quando c’erano solo elementi paesaggistici, per cui sono occorsi anche alcuni giorni. Ne abbiamo ritrovati dieci, con grande soddisfazione”.
Comparando le foto, cosa è cambiato da allora?
“Sul paesaggio inutile nasconderci quanto ci sia stato uno sconvolgimento totale”, risponde Fabrizio Frigani, che nella vita è geografo, studioso della “scienza che studia le relazioni dell’uomo con il territorio. E se il geografo studia le forme imposte dall’uomo al paesaggio…
“Non mi stanco di denunciare gli stravolgimenti: ecco perché ho inserito la foto dell’impianto risalita della Nave in via del Chionso, a Reggio Emilia, con i fabbricati a ridosso, così incuranti del rispetto dalle acque”.
“Al mio lavoro – prosegue Frignani – lego la passione per la fotografia, non sono un artista ma un documentarista. Di qui la mia volontà di leggere i segni dell’uomo nel paesaggio: l’uomo, la casa rurale, i canali, la piantata,…”
Vedere una foto dell’altro secolo e ritrovarsi nel medesimo punto al posto del suo predecessore fotografo. Una bella emozione?
“Sì, come tenere tra le mani le loro lastre antiche di decenni, molto delicate, di valore per quello che testimoniano. Come lo scatto sul Porto di Boretto, primo porto intermodale d’Italia (arrivava la ferrovia e caricava sulla chiavica). Nelle foto storiche ci sono composizioni che alle volte sono quadri: oggi si è persa questa armonia, senza rispetto, con un territorio sovrautilizzato. Da luogo si è passato a non luoghi. La crescita dell’urbanistica ha tolto orizzonti”.
Completano la mostra dieci scatti di luoghi attuali di direttrici d’acqua della bonifica, da dove nascono le acque Ventasso e Civago sino a Po, laddove un tempo le acque si disperdevano.
CHI E’ FABRIZIO FRIGNANI
Fabrizio Frignani, 51 anni, vive a San Polo d’Enza, originario di Milano, geografo, come fotografo ha esposto a San Polo con “I balconi naturali del Monte Pezzola”. All’attivo ha pubblicazioni in ambito paesaggistico e archeologico.