Le diverse segnalazioni giunte al 112, che peraltro hanno portato al rinvenimento di 3 grammi di hascisc in una fioriera del centralissimo Parco del Popolo (usata come luogo di stoccaggio per occultare la droga in vendita), hanno indotto i Carabinieri reggiani ad intensificare i servizi attraverso una mirata attività di controllo delle aree verdi cittadine divenute sempre più “ostaggio” di pusher e tossicodipendenti. Quindi non solo attività repressiva, grazie alla quale comunque è stata scoperta la nuova tendenza “domiciliare” allo spaccio di droga, ma anche una parallela e mirata attività preventiva che, a seconda degli orari di “frequentazione” di persone sospette, sarà condotta nei parchi nelle varie fasce orarie del giorno dai Carabinieri in forza alle Stazioni di Corso Cairoli e di Via Adua. Una sorta di bobbies dei parchi che agirà ben visibile in colori d’istituto supportato da unità in abiti vicini pronte ad intervenire in supporto in caso di necessità.
Un’iniziativa quella dei Carabinieri reggiani frutto anche dell’attività percettiva sviluppata proprio dal servizio di prossimità con i cittadini svolto dai Carabinieri di Quartiere grazie alla quale è stata percepita la necessità di dare sicurezza anche e soprattutto a quegli spazi come i parchi pubblici destinati alle famiglie che paradossalmente sono mal frequentati. Non c’è dubbio che la presenza delle divise nei parchi produca lo “sfollamento” di coloro dediti ad attività delittuose connesse allo spaccio degli stupefacenti come dimostra quanto avvenuto proprio nel Parco del Popolo nel pomeriggio di ieri dove all’arrivo dei Carabinieri alcuni nullatenenti seduti sulle panchine poste nel retro del Teatro Valli si sono alzati allontanandosi frettolosamente prima che potessero essere raggiunti e controllati dai militari. Una condotta sospetta che ha comunque indotto i carabinieri ad approfondire i controlli culminati con il rinvenimento di tre barrette di hascisc occultate in una fioriera poco lontano dalle panchine oggetto del frettoloso allontanamento. Un rinvenimento significativo non tanto per il quantitativo, peraltro di live entità, sequestrato ma quanto per le considerazioni investigative del caso. L’ipotesi, come peraltro già accaduto nel recente passato, è che le fioriere siano utilizzate come luogo di detenzione dello stupefacente da parte del pusher x che attende il cliente y a cui indica dove prelevare lo stupefacente acquistato. In questo lo spacciatore si assicura l’impunità e a finire nei guai nella peggiore delle ipotesi è quindi il cliente.
Insomma alle preoccupazioni dei cittadini fanno eco le rassicurazioni dei Carabinieri che continueranno con la diuturna attività di controlli e blitz rivolti nei confronti dei pusher che stanno “occupando” da tempo i Parchi ponendoli sotto “l’ala protettiva” dei Carabinieri con il fine precipuo di contrastare lo spaccio di stupefacenti nelle aree verdi che i Carabinieri intendono “restituire” alle famiglie.