Nell’ambito delle indagini in corso presso la Procura della Repubblica di Bologna, aventi a oggetto presunte irregolarità nelle procedure di accreditamento per l’alta specialità cardiochirurgica di alcune case di cura private dell’Emilia-Romagna, dalla stessa Procura sono state oggi notificate all’assessore alle Politiche per la salute Carlo Lusenti, al direttore generale alla Sanità e Politiche sociali Tiziano Carradori e a Bruna Baldassarri dirigente dell’assessorato, insieme alle comunicazioni di fine indagine – informa una nota della Regione – anche la richiesta di ulteriori approfondimenti istruttori.
Si apre ora una fase successiva delle indagini in cui i diretti interessati porteranno ulteriori elementi di approfondimento, che potranno confermare insieme alla piena legittimità di tutti gli atti adottati dalla Giunta regionale anche la correttezza personale e professionale dell’assessore e dei dirigenti coinvolti.
Si rinnova la piena collaborazione con la magistratura, proseguendo con serenità l’attività istituzionale.
“Apprendiamo con notevole soddisfazione l’esito delle indagini. Un anno fa eravamo stati accusati di aver calunniato, e qualcuno aveva addirittura osato di affermare che avremmo pagato caramente la nostra iniziativa. A quanto pare, le indagini hanno dato una risposta del tutto diversa. Spiace semplicemente che in questo Paese, se non ci si vuole piegare alla burocrazia occorra chiedere l’intervento dell’Autorita’ Giudiziaria penale. Va sottolineato il coraggio, oltreche’ la determinazione, del Gruppo Garofalo, che sicuramente non si e’ voluto rassegnare ai soprusi perpetrati dalla Regione Emilia Romagna. Adesso attendiamo il prossimo passaggio processuale costituito dalla richiesta di rinvio a giudizio”.
Ad affermarlo, in una nota, il prof. avv. Alessandro Diddi, legale del Gruppo Garofalo-Hesperia Modena.