Nello smercio di droga in molte aree della città si evidenzia il nuovo fenomeno. A rivelarlo le indagini dei Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia. Appello del Colonnello Zito ai cittadini e genitori: “lo spaccio spesso avviene sotto gli occhi dei cittadini che bene farebbero anche in forma anonima a segnalare i movimenti sospetti al 112”.
A Reggio Emilia lo spaccio di droga sta cambiando. Dalle usuali strade e piazze, dove lo smercio comunque continua ad avvenire, si sta trasferendo sia negli androni condominiali di private abitazioni, usati come centri di smistamento delle sostanze stupefacenti, sia come consegna a domicilio presso le abitazioni dei clienti o in luoghi indicati sempre da quest’ultimi. Se fino alla fine degli anni 80 la geografia dell’anello finale della filiera dello spaccio, ovvero la consegna della dose al tossicomane, avveniva tipicamente all’aperto in zone di solito periferiche e/o in locali pubblici frequentati dalla malavita, negli anni successivi il business della vendita di stupefacenti si è concretizzato in uno spaccio sempre evidente che è arrivato sino ai nostri giorni a “spostarsi” in piazze e vie centrali delle città e nei parchi pubblici. Le recenti indagini dei Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia stanno rivelando che l’estensione della domanda sta portando ad un sistema di vendita frammentato sul territorio urbano con gli spacciatori raggiunti via telefono o internet (whatsapp su tutti) che si premurano di curare le consegne “a domicilio” dei clienti o meglio ancora di riceverli a casa. In questo modo lo spaccio avviene dentro mura amiche lontano da occhi indiscreti delle pattuglie e dalle sempre più numerose telecamere che videosorvegliano la città.
A confermarlo anche gli ultimi due arresti, in ordine cronologico, di altrettanti cittadini ghanesi operati lo scorso mese di luglio dai Carabinieri di Reggio Emilia nel quartiere Foscato del capoluogo reggiano. Gli sviluppi investigativi di quella attività hanno dimostrato come i due giovani ghanesi, che avevano tra la propria clientela diversi soggetti della ‘Reggio bene’, effettuavano un vero e proprio servizio a domicilio. “Le indagini stanno rivelando che il fenomeno è molto più diffuso di quanto si possa pensare” – dice il colonnello Zito che aggiunge – “Lo spaccio avviene sotto gli occhi dei cittadini che bene farebbero, anche in forma anonima, a segnalare ogni tipo di movimento sospetto al 112 per le verifiche del caso”. Ancora Zito “un aiuto potrebbe giungere anche dai genitori che sono a conoscenza del consumo di stupefacenti dei loro figli. Le loro segnalazioni saranno garantite dall’anonimato e consentirebbero non solo interventi di natura repressiva ma soprattutto un’attività di sostegno ed indirizzo per le stesse famiglie che troppo spesso vivono da sole il dramma della droga”. Le nuove modalità di spaccio inoltre riguardano tutti i tipi di droga, se infatti le aree aperte consentivano di procedere ad una mappatura dello stupefacente potendosi affermare che ad esempio al parco del popolo si vende in prevalenza marjuana o hascisc, rispetto a Via Turri dove la cocaina la fa da padrona, lo stesso non si può dire dello spaccio a domicilio che vede la realizzazione di veri e propri market dove si può acquistare un po’ di tutto. Ciò non toglie che le usuali aree di spaccio continuano ad esistere ed anzi ai soliti ritrovi di spaccio (centro storico, zona stazione, Coviolo e Rosta Nuova), che comunque permangono aree sensibili per la vendita di sostanze stupefacenti, si stanno aggiungendo, come rivelano sempre le indagini dei Carabinieri reggiani, nuovi luoghi di spaccio come le zone dello stadio delle piscine e dei centri commerciali (i petali e l’Ariosto), l’area del crostolo ovvero zone fortemente frequentate dove le attività di spaccio danno meno nell’occhio. Dall’inizio dell’anno i Carabinieri hanno condotto 32 operazioni antidroga con l’arresto di 17 pusher, la denuncia in stato di libertà di 25 persone e la segnalazione quali assuntori di stupefacenti di 54 giovani. Complessivamente si è proceduto al sequestro di oltre due chili e mezzo di stupefacenti tra eroina, cocaina, hascisc, marjuana e metanfetamine. Concludendo i Carabinieri del Comando Provinciale reggiano alle nuove strategie criminali rispondono sempre con le dovute reazioni investigative ma certo il momento della cessione non può essere più centrale, come lo era un tempo, nelle politiche e nelle strategie repressive antidroga. Per tutti vale il maxi sequestro di “Ice” operato di recente dai Carabinieri del Nucleo Investigativo a tre cittadini orientali che avevano fatto della camera di un albergo della città il punto di smercio dell’ingente partita di metanfetamine sequestrate dai Carabinieri, per un equivalente di 400.000 dosi.