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Marcia per la pace Reggio Emilia-Reggio Calabria: nella tappa bolognese consegnata a Jhon Mpaliza una maglia personalizzata

fotoDue uomini percorrono a piedi l’Italia per chiedere la pace in Siria e Congo. E ad accompagnarli nel 1.500 chilometri di percorso tra Reggio Emilia e Reggio Calabria ci saranno tante persone ed istituzioni locali.

Mercoledì 23 luglio 2014 alle 18.30 presso la sede dell’Associazione Tekelt, via Montechiaro 23 Sasso Marconi loc. Pontecchio Marconi si svolgeranno le iniziative per il passaggio della marcia della pace da Reggio Emilia a Reggio Calabria, organizzata da Peace Walking Man Foundation in collaborazione con la Scuola di Pace di Reggio Emilia, Associazione Terzo Tropico, Mondattivo ed il Centro Missionario di Reggio Emilia. L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio dei comuni di Bologna e Sasso Marconi.

Ad attenderli ci saranno Luca Rizzo Nervo, assessore allo Sport del Comune di Bologna e Carla Mastrapasqua, assessore ai Servizi sociali del Comune di Sasso Marconi.

Due cittadini reggiani, John Mpaliza di origine congolese, e Jean Bassmaji di origine siriana, sono partiti a piedi da Reggio Emilia domenica 20 luglio e raggiungeranno Reggio Calabria: una marcia della pace per denunciare il silenzio circa il dramma che vivono il popolo congolese ed il popolo siriano.

Tra le loro tappe anche Bologna e Sasso Marconi, dal 22 al 24 luglio.

Nella tappa di Bologna a Jhon Mpaliza è stata consegnata una maglietta sportiva con il logo della città (city brand) personalizzato “John is Bologna”.

Nel caso della Repubblica democratica del Congo, si parla in meno di 20 anni di circa 8 milioni di vittime e di 4 milioni di donne vittime di stupro, usato come arma di guerra. Tutto questo dramma è legato allo sfruttamento ed al commercio illegale del coltan, un minerale di cui la RD del Congo detiene l’80% della produzione mondiale, indispensabile per la tecnologia dei cellulari e dei computer.

Più nota alle cronache è la vicenda della Siria, da quasi tre anni martoriata da una guerra civile che ha prodotto oltre 100.000 morti.

 

















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