“E stato un grave errore non utilizzare la percentuale possibile, del 13 più 2 per cento, la quota di massimale da destinare ai pagamenti accoppiati settoriali”. Lo rileva con rammarico Agrinsieme Emilia Romagna – a seguito dell’accordo, raggiunto a Roma tra Ministero delle politiche agricole e Regioni, per gli aiuti accoppiati della nuova Pac 2014-2020 e la definizione di agricoltore attivo – sottolineando che a farne le spese è anche una filiera importante come quella dell’ortofrutta trasformata.
“La decisione che prevede per i pagamenti superiori al 150 mila euro prelievi superiori senza applicare alcun sistema di scalarità – osserva Agrinsieme – presterà il fianco ad ‘artifizi contabili’ e parcellizzazioni aziendali per poter acceder comunque agli aiuti”.
La cosiddetta “degressività” colpirà perciò realtà dinamiche e competitive che creano ricchezza e occupazione.
“Ci si è invece fermati all’11 per cento rinunciando a voler gestire una fetta importante di risorse e prevedendo misure che potrebbero essere di fatto ininfluenti sui conti aziendali. Infine, altra conseguenza che penalizza l’agricoltura emiliano romagnola – conclude Agrinsieme nel ringraziare l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni per l’impegno speso in questi giorni – non si è trovato l’accordo per incrementare anche il budget degli aiuti accoppiati per il pomodoro da industria e la barbabietola. Non si è riusciti inoltre a prevedere alcun sostegno per la frutta trasformata, penalizzando quindi filiere produttive importanti oltre che per valenza territoriale, anche per quella occupazionale”.
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