Finalmente domani verrà aperto anche l’ultimo tratto della tangenziale di Nonantola, una importante arteria che con grande soddisfazione dei residenti libera il centro urbano dal traffico, soprattutto quello pesante, causa di inquinamento e pericolo per la sicurezza stradale. Per realizzare questi 7 chilometri ci sono voluti decenni: prima per decidere il tracciato, poi per avere il progetto esecutivo definitivo, oggetto di un serrato dibattito con momenti anche di alta tensione tra i cittadini divisi in fazioni contrapposte. Tutto è bene ciò che finisce bene, ma non si può fare finta di nulla e dimenticare quanto successo: nascita di comitati di cittadini a favore e contro un tracciato, riconosciuto sbagliato dagli stessi responsabili solo dopo anni di insulti, minacce e le inevitabili carte bollate per ricorsi e contro ricorsi. A titolo di esempio ricordo il caso di alcuni cittadini, che si erano opposti non per l’esproprio in sé, come spesso accade in analoghe circostanze, ma perché condannati senza colpa ai domiciliari, in quanto il progetto non prevedeva via di uscita dalle loro proprietà. Ovviamente oltre ai tempi allungati a dismisura sono aumentati notevolmente i costi di realizzazione: i circa 20 miliardi di LIRE, previsti alla fine del secolo scorso, sono diventati quasi 40 milioni di EURO. Altrettanto ovviamente, nessuno si considera responsabile, tanto meno amministratori e dirigenti di enti pubblici che hanno concorso a vario titolo a sprechi di denaro e a perdite di tempo. Non c’è tempo, voglia e memoria per ricordare e imbarazzarsi per il passato. Quello che conta è il presente e la conclusione dell’opera, ma soprattutto essere presenti in prima fila con facce sorridenti per la foto di rito da consegnare ai posteri per l’inaugurazione, forse la settima ma anche quella definitiva, l’ultima di una lunga serie. Dante Mazzi, capogruppo PdL in Consiglio provinciale di Modena
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