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Isabella Ragonese presenta, domani al Boiardo di Scandiano, “La sedia della felicità”, ultimo film di Carlo Mazzacurati

Isabella-RagoneseContinuano al cinema Boiardo di Scandiano gli appuntamenti con registi e attori per approfondire aspetti e particolari delle più recenti produzioni cinematografiche. Dopo Rocco Papaleo, Giorgio Diritti, Luigi Lo Cascio, lunedì 5 maggio (ore 21) è la volta di Isabella Ragonese, protagonista dell’ultimo film di Carlo Mazzacurati “La sedia della felicità”. Cast davvero d’eccezione per l’ultimo lavoro di Mazzacurati, al fianco dell’Aragonese ci sono Valerio Mastrandrea, Giuseppe Battiston, Antonio Albanese, Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando, Katia Ricciarelli e altri.

Obiettivo di queste serate è quello di creare attorno al cinema teatro Boiardo occasioni di incontro tra le persone con la possibilità di conoscere ed approfondire i diversi e variegati linguaggi artistici della contemporaneità. Avere in sala un regista piuttosto che un interprete-attore di un film o di uno spettacolo teatrale significa poter entrare nel vivo dell’opera, scoprendo aneddoti e retroscena e conoscendo la vera anima di un progetto artistico.

Lunedì 5 maggio a Scandiano dialogherà con Isabella Ragonese Daniele Gualdi, Presidente di Ert-Emilia Romagna Teatro Fondazione.  Il costo del biglietto è di € 4,00.

 

La sedia della felicità – trama
Bruna è un’estetista che fatica a sbarcare il lunario. Tradita dal fidanzato e incalzata da un fornitore senza scrupoli, riceve una confessione in punto di morte da una cliente, a cui lima le unghie in carcere. Madre di un famoso bandito, Norma Pecche ha nascosto un tesoro in gioielli in una delle sedie del suo salotto. Sprezzante del pericolo, Bruna parte alla volta della villa restando bloccata dietro un cancello in compagnia di un cinghiale. In suo soccorso arriva Dino, il tatuatore della vetrina accanto, che finisce coinvolto nell’affare. Scoperti il sequestro dei beni di Norma e la messa all’asta delle sue otto sedie, Bruna e Dino rintracciano collezionisti e acquirenti alla ricerca dell’imbottitura gonfia di gioie. Tra alti e bassi, maghi e cinesi, laguna e montagna, Bruna e Dino troveranno la vera ricchezza. Radicato nel Nordest, La sedia della felicità ribadisce il territorio del cinema di Carlo Mazzacurati e punta su due losers ‘spaesati’ e approdati, chissà come e chissà quando, al Lido di Jesolo. A Dino e Bruna, alla maniera dei personaggi lunari e malinconici di un altro film di Mazzacurati, La lingua del santo, capita l’occasione della vita, un tesoro da trovare per cambiare la sorte e risollevarsi dai propri fallimenti. Ma il Veneto che abitano, e che attraversano oggi in lungo e in largo, è meno florido e la sua ripresa ogni giorno più lontana. A cambiare è pure il paesaggio antropologico, la composizione sociale di paesi e città a bagno nell’acqua e alle prese con tempi grami. Tempi che contemplano nondimeno il miracolo e allontanano, nella ricerca della felicità, la solitudine sempre in agguato. In una regione e in un mondo dove tutto va in panne, si rompe e si spezza, dove anche i traghetti alle fermate sembrano incapaci di ripartire, un’estetista e un tatuatore restano invischiati in qualcosa che non avevano previsto e che ha a che fare con la riscoperta dei sentimenti e dell’amore.
Con garbo surreale, la commedia dinamica di Mazzacurati cambia lo stile di versificazione del suo cinema, sperimentando una scansione del racconto che pratica leggerezza e sorriso. Si (sor)ride tanto con La sedia della felicità, che ‘esagera’ rimanendo fedele al reale. Divertito, lieve e personale, lo sguardo dell’autore veneto coglie ancora una volta le contraddizioni esistenziali, trasfigurandole e deformandole in una rapsodia dominata dal caso, per caso avvengono gli incontri, gli abbandoni, le rivelazioni, i ritrovamenti. Per intenzione, gioco e tanto amore avviene invece la rivelazione dei personaggi e il riconoscimento degli attori che hanno fatto e frequentato il cinema di Mazzacurati. Giuseppe Battiston, Roberto Citran, Antonio Albanese, Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando, Natalino Balasso ‘accarezzano’ con malinconica dolcezza una commedia che chiede a gran voce la sospensione dell’incredulità. Fuori dal gruppo, congedato con onore, debuttano Valerio Mastandrea, paladino gentile dai tempi comici perfetti, e Isabella Ragonese, nostra signora delle Dolomiti, piena di grazia e riservata bellezza.

















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