Ad assistere all’ultima rappresentazione di Jesus Christ Superstar, quella che il produttore italiano Massimo Romeo Piparo ha allestito al Teatro Sistina di Roma, si viene proiettati anima e corpo negli anni settanta, al punto che ci si chiede se una volta usciti dal Teatro proprio sopra Trinità dei Monti non sia il caso di finire la serata al Piper Club. Le musiche e i costumi e tutta l’atmosfera riporta lo spettatore all’epoca Hippies che poi ha accompagnato la nascita di quello che è considerato il “padre” di tutti i musical, capolavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice. Quello che stride un po’ è vedere la faccia e il corpo invecchiati dell’interprete originale Ted Neeley, che tuttavia conserva quasi inalterata la sua vocalità, capace ancora di raggiungere quelle note impossibili che strappano applausi a scena aperta ad un pubblico eterogeneo ed entusiasta che in alcuni casi si presenta a teatro con sottobraccio il doppio LP originale dell’epoca, magari con la speranza di riuscire a farlo autografare dall’interprete originale. I Negrita, cui è stata affidata la partitura musicale, suonano su una piattaforma girevole di grande effetto che cela di volta in volta gli elementi di una scenografia lineare ed efficace, ad integrare il gruppo rock una sezione d’archi disposta su una parete verticale composta da una sorta di ponteggio. Al loro leader Pau, grande presenza scenica, è affidato il ruolo del controverso Pilato, a Shel Shapiro il ruolo del “cattivo” Caifa che recita una scena con tanto di serpente vero tra le mani, alla deliziosa e bravissima (e bellissima) Simona Molinari il ruolo di Maddalena.
Per scegliere il ruolo di Judas sono state fatte delle audizioni e la scelta è caduta sull’esordiente Feysal Bonciani, grande voce soul e molto somigliante fisicamente a Carl Anderson (l’interprete originale che Piparo portò in Italia tempo fa per un’altra edizione del musical). Hannas (il sacerdote con la voce acuta) viene interpretato da Paride Acacia, già presente nelle altre edizioni proprio nel ruolo di Jesus; Il talentuoso Emiliano Geppetti interpreta invece un inedito Erode/Pagliaccio, forse discutibile la scelta di farlo esibire in una enorme sala giochi attorniato da maschere della commedia dell’arte. Un corpo di ballo formato da ballerini-acrobati per le coreografie di Roberto Croce.
Diversi i momenti “spettacolari” dalla cacciata dal tempio trasformato in una specie di “Sodoma e Gomorra” con tanto di Artisti di strada sui trampoli, giocolieri e ballerine con ventagli di fuoco, alla scena della flagellazione dove ad ogni frustata corrisponde la proiezione di un fotogramma che illustra di volta in volta una delle piaghe e delle nefandezze dei nostri anni, dall’Olocausto, alla fame in Africa, dal Vietnam, agli attentati alle Torri Gemelle, da Falcone e Borsellino ad Aldo Moro, fino alle scarpe rosse simbolo dei femminicidi. Un finale spettacolare coinvolge tutto il pubblico in sala “Superstar” viene interpretato da Judas che inizia a cantare all’esterno del Teatro, in Via Sistina, seguito da una telecamera entra nella hall del Teatro, ed entra in sala dal fondo della platea per poi raggiungere il palco dove Jesus verrà poi crocifisso.
JCS si fermerà al Sistina di Roma fino al 30 Maggio, per il 12 Ottobre è già fissato un “Celebration Day” all’Arena di Verona.