Si sono concluse le primarie del PD modenese…almeno sembra! La prima valutazione che ci occorre fare attiene alla bassa partecipazione popolare – pur nel pieno rispetto delle oltre 12.000 persone che si sono recate alle urne – e agli strascichi della competizione.
Questo risultato riconferma, semmai ce ne fosse bisogno, quanto ormai sia radicata la sfiducia di gran parte della cittadinanza verso la politica e i partiti, e considerando che queste non sono state primarie di coalizione, tale bassa partecipazione non deve essere sottovalutata sia per le implicazioni generali sia come chiaro segnale di insoddisfazione e critica nei confronti del PD.
Le polemiche che hanno accompagnato le operazioni di voto e gli episodi poco edificanti denunciati successivamente, se dovessero trovare conferme, non farebbero che aumentare un’immagine opaca e getterebbero un’ombra inquietante su tutto il percorso delle primarie.
Ovviamente il nostro auspicio è che tutto venga chiarito in fretta e che vengano sgomberati i dubbi in modo netto e inequivocabile.
Il colpo ulteriore che ne deriverebbe al credito della politica potrebbe essere letale.
Il contributo alla chiarezza e alla trasparenza su quanto è avvenuto prima e durante il voto alle primarie, da parte di tutte le parti in competizione, va al di là della determinazione dell’esito delle primarie stesse ed è un obbligo etico e morale di fronte a cittadini ed elettori
Sel ha guardato a queste primarie cittadine dall’esterno, consapevole, per come si andavano configurando, che si sarebbero risolte in una resa di conti interna al PD, e il nostro giudizio è stato confermato dai fatti.
Chi chiedeva perché Sel è rimasta fuori da queste primarie, ha trovato ampia risposta in come si sono sviluppate.
Ciò premesso, siamo a ribadire la prospettiva di Sel quale forza di governo.
Per questo reclamiamo una rapida e limpida risposta di trasparenza su quanto accaduto affinché si possa guardare avanti per mettere in campo con le forze del centrosinistra un dialogo costruttivo che porti a una visione comune e alta di città, in vista delle elezioni.
Questa costruzione dovrà trovare premessa e fondamento in una forte discontinuità con il passato: discontinuità di nomi, di contenuti, di metodo.
Occorre elaborare una risposta convincente a quella insofferenza che in questi ultimi 5 anni ha trovato molti luoghi ed espressioni diversificate.
Sel è disponibile a questo dialogo, a condizione che sia vero e che abbia un’ambizione elevata: costruire la città del futuro.
Si tratta di capire, insomma, se ci sia voglia di un reale confronto sui contenuti e sulle modalità dell’azione politica: in questa direzione accogliamo le prime dichiarazioni di Muzzarelli sul dovere di “coinvolgere Sel” e ci rendiamo disponibili a questo confronto senza alcun esito predefinito, a partire dai nostri punti programmatici, che sono solidi e precisi; chiaro che se le premesse del confronto sono quelle di cui sopra occorre che il perimetro della coalizione non si allarghi a destra e al centro bensì che parli a quella larga fetta di cittadine e cittadini delusi dal centrosinistra, che si astengono o che hanno votato Grillo.
Ma ribadiamo: occorre che si sgombrino presto le ombre e che ci sia la presa di coscienza e il coraggio di segnare una forte discontinuità con il passato, di alzare lo sguardo per una visione di città che prefiguri una Modena nuova, libera da potentati e rendite di posizione, una città che sappia rigenerarsi partendo dai suoi tanti punti di forza ma sapendo anche che una stagione è finita.
Una città che – come nel passato – sia attrattiva per persone, turisti, investitori e che faccia dell’innovazione e della crescita culturale il suo tratto distintivo.
(Massimo Mezzetti, Giuseppe Morrone – Coordinatore Federale SEL, Cristian Favarin – Coordinatore cittadino SEL, Federico Ricci – Capogruppo consiliare SEL Modena)