In Emilia-Romagna, “alle famiglie degli studenti degli istituti superiori di istruzione oltre al pagamento delle tasse scolastiche viene richiesto il versamento di un contributo all’istituto stesso” ma “diverse famiglie lamentano di non aver ricevuto sufficienti informazioni sui due distinti versamenti da effettuare, in particolare sulla volontarietà del versamento del contributo agli istituti scolastici”, anche perché “la mancata informazione sulla volontarietà del contributo all’istituto sarebbe una consuetudine diffusa”.
A sollevare il caso è Andrea Leoni, in una interrogazione alla Giunta in cui chiede all’esecutivo regionale “come giudichi questa richiesta di contributi alle famiglie degli studenti” e “se e come gli istituti provvedano ad informare adeguatamente le famiglie degli studenti sulla volontarietà dei contributi richiesti”. Il consigliere ricorda infatti che “le tasse scolastiche sono importi obbligatori versati interamente all’Erario, mentre i contributi, determinati dai Consigli di istituto, sono volontari e vengono interamente devoluti ai bilanci d’istituto”. Inoltre, “tali contributi, i cui importi variano in funzione delle relative delibere di ciascun Consiglio di istituto, sono quasi sempre di importo molto superiore alla tassa obbligatoria”. Leoni sottolinea poi che “per motivi di merito o economici gli studenti sono esonerati dal pagamento delle tasse scolastiche, mentre ovviamente non sussistono le condizioni per l’esonero dal pagamento del contributo” e quindi “pur riconoscendo le limitate risorse destinate al sistema scolastico, i contributi richiesti gravano in un difficile contesto economico sui bilanci delle famiglie, in particolare di quelle meno abbienti, e di conseguenza limitano il diritto allo studio e vanificano di gran lunga i benefici fiscali spettanti alle fasce più deboli”.