«Nel post alluvione la macchina della solidarietà ha funzionato bene ancora una volta, ma questo non copre le responsabilità di questo evento tragico, che devono essere accertate. Sulla linea della trasparenza e della chiarezza richiesta a noi cittadini e imprenditori, chiediamo la stessa trasparenza anche nella commissione d’inchiesta, all’interno della quale secondo noi non dovrebbero esserci persone che in passato hanno collaborato con Aipo». È il parere di Eugenia Bergamaschi, presidente di Confagricoltura Modena.
Intanto gli imprenditori agricoli sono impegnati in questi giorni alla compilazione dei moduli per informare la Regione dell’ammontare del danno subito in seguito all’alluvione. Come più volte sottolineato dalla presidente di Confagricoltura Modena, in nome della trasparenza, per avere una stima realistica dei danni subiti bisognerà attendere alcuni mesi, quando comincerà la ripresa vegetativa: «Una vite non è un impianto elettrico – spiega la presidente Bergamaschi –, bisogna rispettare il ciclo vitale delle piante per avere una fotografia chiara della situazione. Come ho riferito anche all’assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli, i moduli per la stima dei danni, che gli agricoltori devono completare entro il 28 febbraio, non possono essere del tutto precisi, perché la reazione all’alluvione delle colture, da cui dipendono le produzioni, non può essere ancora valutata».
Nella giornata di martedì 11 febbraio, nel corso di una consulta tecnica presso l’Assessorato all’agricoltura, la Regione ha recepito le indicazioni fornite dal Confagricoltura Emilia Romagna su indicazione della presidente Bergamaschi e ha proposto di modificare l’emendamento sul tema dell’alluvione (nel quale si afferma che in fase di perizia l’importo del danno accertato non potrà essere superiore a quello stimato nella scheda) inserendo la dicitura “fatte salvo le colture erbacee ed arboree”.