La crisi riduce l’espansione dell’imprenditoria straniera in Emilia-Romagna, senza annullarla. Alla fine del 2013, le imprese attive straniere hanno raggiunto quota 42.172 (il 10,1 del totale delle aziende emiliano-romagnole). In un anno sono aumentate di 981 unità (+2,4 per cento). La fase di impasse economica ha solo contenuto la loro costante tendenza a crescere. In Italia l’aumento è stato ancora una volta più rapido (+3,3 per cento) e ammontano a quasi 453 mila, l’8,7 per cento del totale. È quanto risulta dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio di fonte InfoCamere elaborati dal Centro studi e ricerche di Unioncamere Emilia-Romagna.
Le imprese straniere sono aumentate in tutte le regioni, tranne che in Valle d’Aosta. La crescita è stata più rapida in Campania (+8,3 per cento) e nel Lazio (+7,6 per cento). Ottava l’Emilia-Romagna. Al contrario l’espansione è risultata più contenuta in Basilicata (+0,3 per cento) e nelle Marche (+0,9 per cento).
La forma giuridica Le ditte individuali costituiscono l’84,6 per cento delle imprese straniere, e rappresentano il segmento di più ampio sviluppo: salite di 689 unità (+2,0 per cento), pur se attenuato. La crescita delle società di capitale è stata molto più rapida (+265 unità, +11,4 per cento), sostenuta dall’adozione di forme più strutturate per la pressione competitiva e dall’acquisto di imprese regionali dall’estero. Contenuto anche l’andamento delle società di persone (+2,3 per cento). Cooperative e consorzi hanno subìto una brusca riduzione (-7,3 per cento).
Settori di attività economica L’incremento delle imprese straniere è stato determinato principalmente dall’aumento dalle strutture operanti nel commercio (+459 unità, +4,6 per cento), nonostante la debolezza della domanda per consumi, e dei servizi di alloggio e ristorazione (+257 unità, +8,0 per cento), per la quasi totalità realizzato nel campo della ristorazione. Aumenti rilevanti si sono avuti anche per le attività di noleggio agenzie viaggi e servizi di supporto alle imprese (+119 unità, +8,4 per cento) e per le altre attività di servizi (+8,2 per cento, +93 unità), trainate da quelle dei servizi per la persona (+9,0 per cento).