“A due settimane dalla rottura dell’argine del Fiume Secchia, e alla conseguente e devastante inondazione dell’area nord della provincia di Modena, emerge sempre più l’inefficacia dell’azione di Aipo, sul fronte della gestione dell’emergenza, della manutenzione, del monitoraggio delle criticità e, in generale, della prevenzione del rischio. Il fatto che siano stati i volontari ed i residenti della zona ad avere segnalato ad Aipo, e non il contrario, l’apertura della falla e di essere intervenuti quando ormai era impossibile chiudere la rottura ne è una testimonianza.
Se tra i compiti di Aipo c’è testualmente quello di gestire gli eventi estremi, partecipando alla previsione e al monitoraggio dei medesimi nonché, per quanto possibile, intervenire a fronteggiare situazioni di criticità e di rischio, alla luce di quanto è successo questo compito è stato adeguatamente perseguito. Quello che è avvenuto è un disastro economico ed ambientale che ha messo in ginocchio migliaia di imprese commerciali ed industriali cosi come famiglie, già provate dal terremoto. L’aver delegato ad un unico organismo, che opera in maniera autonoma unidirezionale e pressoché esclusiva, anche in rapporto con gli enti locali, il monitoraggio, la manutenzione e quindi la prevenzione del rischio, ha portato a gravissime conseguenze e al quale, per questo, bisognerà assolutamente porre rimedio. La conseguenza dei poteri esclusivi di Aipo, è quella di non avere valorizzato il ruolo di chi, come residente nelle aree degli argini e delle golene, o come organismo volontario di protezione civile, da sempre conosce il territorio, e rappresentando una sentinella insostituibile per cogliere ed arginare per tempo le criticità, alzando la possibilità di evitare il disastro. Per questo, una volta coperti i danni al 100% per famiglie e imprese della zona ed dall’emergenza, sarà necessaria una revisione radicale di Aipo così come del sistema gestito dall’Agenzia stessa, con particolare riferimento al piano operativo della pulizia e della manutenzione dei fiumi e degli argini e della prevenzione del rischio, che non può continuare ad essere gestito in modo esclusivo ed autonomo.”
Lo afferma il Consigliere Andrea Leoni che ha presentato un’interrogazione alla Regione Emilia Romagna per chiedere una revisione di Aipo, così come del sistema gestito dall’Agenzia stessa, con particolare riferimento al piano operativo della pulizia e della manutenzione dei fiumi e degli argini e della prevenzione del rischio.