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Alluvione, Sabattini: “Far luce sulle responsabilità”

«La ricerca della verità sulle cause del disastro è un dovere e un impegno, così come occorre individuare tutte le soluzioni in grado di aiutare i cittadini delle aree interessate, duramente colpiti una seconda volta dopo il terremoto». L’ha affermato il presidente della Provincia di Modena, Emilio Sabattini, intervenendo nel corso della seduta del Consiglio provinciale di mercoledì 29 gennaio, in risposta a diverse interpellanze dell’opposizione e della maggioranza sull’emergenza. «Il presidente della Regione ha detto che nessuno uscirà indenne da questa vicenda. Il problema – ha sottolineato – riguarda l’intero sistema: la regimentazione delle acque ma anche il governo della ghiaia, della fauna e, quindi, dell’ambiente. C’è una quota di responsabilità comune sulla quale occorre fare chiarezza». Con questo obiettivo il presidente ha proposto di istituire «una conferenza provinciale alla quale partecipino tutti i soggetti interessati, dalle istituzioni agli ambientalisti, per capire come affrontare questa situazione. Perchè non si può pensare di tutelare l’ambiente ingessandolo e noi siamo stanchi di vivere in emergenza». Anche in relazione alla presenza di nutrie, oggetto di una delle interpellanze, Sabattini ha messo in luce «la frammentazione di competenze e responsabilità e la conseguente difficoltà a governare i processi».

Dopo aver ricordato la figura del disperso, Oberdan Salvioli – «siamo vicini alla famiglia e non abbandoniamo la speranza» – Sabattini ha voluto ringraziare pubblicamente «quanti hanno dato un contributo in questi difficili giorni, dal personale delle istituzioni e delle forze dell’ordine alle aziende che hanno messo a disposizione uomini e mezzi, fino ai cittadini che sono corsi a dare una mano. Oltre, naturalmente, alla Regione Emilia Romagna».

Se sulle cause della rottura dell’argine il presidente della Provincia ha rinviato agli esiti della commissione scientifica che il Comitato istituzionale di coordinamento ha subito deciso di istituire, sulla gestione dell’emergenza Sabattini ha espresso un giudizio «molto positivo sull’operato della Protezione civile, come del resto dimostrato nell’emergenza terremoto».

NUTRIE, 51 MILA CAPI ABBATTUTI IN 6 ANNI – I PIANI DI CONTROLLO REGOLATI DA UN PROTOCOLLO

In sei anni sono circa 51 mila le nutrie abbattute nella provincia di Modena, in base ai piani di controllo predisposti dalla Provincia e finalizzati all’eradicazione della specie. L’ha affermato il presidente emilio Sabattini rispondendo in Consiglio provinciale a un’interpellanza presentata da Dante Mazzi (Pdl). I capi abbattuti nel 2008 sono stati 14.204, 7.918 nel 2009, 7.968 nel 2010, 7.738 nel 2011, 7.401 nel 2012, 5.724 nel 2013. La diminuzione progressiva è dovuta anche al calo della popolazione complessiva degli animali. Tra il 2009 e il 2013 sono state abbattute anche 3.610 volpi.

Il piano di controllo è realizzato attraverso un protocollo, sottoscritto per la prima volta nel 2008 e rinnovato annualmente, tra la Provincia, gli enti di presidio territoriale idraulico (Bonifica, Aipo), le associazioni degli agricoltori, gli Atc Mo1 e Mo2. Ciascun soggetto collabora a promuovere azioni per prevenire i danni idraulici, agricoli ed ecologici causati dalla nutria. Il piano di controllo prevede l’attività di sparo e di cattura con gabbie-trappola durante tutto l’anno. I soggetti abilitati all’abbattimento sono: nei parchi e nelle riserve naturali, gli enti gestori; nel resto del territorio la Polizia provinciale, la Guardia forestale e la Polizia municipale, che possono avvalersi di coadiutori – volontari, che operano gratuitamente – autorizzati e selezionati attraverso corsi appositi gestiti dalla Provincia. L’attività di cattura con le gabbie può essere svolta anche da proprietari e conduttori dei fondi agricoli, e dal personale dei consorzi di bonifica, sempre autorizzati dalla Provincia a seguito di corso di preparazione.

La Polizia provinciale coordina l’applicazione del piano e svolge le funzioni proprie; gli enti di presidio territoriali idraulico comunicano il programma di interventi di sfalcio e individuano e segnalano tane, collaborano con proprio personale all’attuazione del piano; le associazioni degli agricoltori individuano e segnalano tane, danno disponibilità per i coadiutori; gli Atc svolgono attraverso i coadiutori il grosso delle operazioni di abbattimento. «Noi – ha detto Sabattini – il nostro dovere l’abbiamo fatto, predisponendo i piani e stanziando le risorse necessarie».

 

 

















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