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Intesa Sanpaolo: “distretti industriali dell’Emilia Romagna ancora in crescita”

Prosegue la crescita delle esportazioni dei distretti tradizionali dell’Emilia Romagna nel terzo trimestre 2013 (+2,7% la variazione tendenziale), secondo però un ritmo meno intenso rispetto ai mesi precedenti. Nonostante il trend in decelerazione, il dato cumulato sui primi 9 mesi dell’anno resta comunque in territorio positivo: gli scambi dei distretti regionali si sono attestati a 8,2 miliardi di euro, +3,2% rispetto allo stesso periodo del 2012.

Sono questi i principali risultati che emergono dal Monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna curato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma.

Emerge un quadro a luci e ombre per il sistema distrettuale regionale. Da un lato si osserva una dinamica meno brillante rispetto a quella nazionale, con una riduzione del numero di distretti che chiude il trimestre in crescita, dall’altro si consolidano i segnali positivi per i due principali distretti: le piastrelle di Sassuolo (+6,9%) primo della regione per valori esportati, e le macchine per l’imballaggio di Bologna (+8,5%).

Resta inoltre elevata la dispersione dei risultati. Hanno chiuso il trimestre con una crescita a doppia cifra il lattiero-caseario parmense (+41,3%), i salumi del modenese (+10,3%), le calzature di San Mauro Pascoli (+16,3%), le calzature di Fusignano Bagnacavallo (+38,6%) e le macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia (+20,9%). Bene anche i salumi di Parma (+8,4%), le macchine per il legno di Rimini (+3,1%), le macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (+2,8%) e i salumi di Reggio Emilia (+1,6%). Chiudono invece in calo gli altri tre distretti dell’alimentare: il lattiero-caseario di Reggio Emilia (-1,4%), l’alimentare di Parma (-1,3%) e l’ortofrutta romagnola (-3%). Soffrono anche il distretto dei mobili imbottiti di Forlì (-4,8%), e due distretti del sistema moda: l’abbigliamento di Rimini (-2,8%), che rallenta in Russia e la maglieria e abbigliamento di Carpi (-5,5%). Dati negativi anche per le macchine utensili di Piacenza (-27,3%), la food machinery di Parma (-15,3%) e i ciclomotori di Bologna (-23%).

“Le esportazioni della Regione sono state trainate dalle vendite negli Stati Uniti, – commenta Adriano Maestri, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – che hanno evidenziato una crescita del +28,6% rispetto al terzo trimestre 2012. In calo però i flussi in Francia (-1,8%) e Germania (-3,7%), primi due sbocchi commerciali. Sui mercati maturi da segnalare anche il buon andamento delle vendite in Spagna e Australia da un lato e dall’altro il calo in Giappone. Tra i nuovi mercati invece si osserva un ridimensionamento degli scambi verso la Russia (che sconta il crollo dell’abbigliamento di Rimini), mentre ha tenuto l’export verso la Cina. Spiccano, tra i nuovi mercati, le performance osservate in Ucraina, Turchia e Argentina”.

Hanno chiuso il terzo trimestre con una crescita del +19,4% le esportazioni dei poli tecnologici dell’Emilia Romagna secondo una dinamica migliore rispetto a quella nazionale (-0,9%). A trainare l’export regionale è stato in particolare il polo biomedicale di Mirandola (+51,6%), che sta registrando un progressivo recupero dopo il crollo subito in seguito agli effetti del sisma. Cresce anche l’export del polo ICT di Bologna e Modena (+7%), grazie in particolare al buon andamento delle vendite negli Stati Uniti.

Nonostante il ridimensionamento delle ore di cassa integrazione guadagni autorizzate (sia nei distretti tradizionali, -5,1% che nei poli tecnologici, -34,1%), resta elevato il ricorso a questo strumento di integrazione salariale, a conferma di un quadro ancora fragile del mercato del lavoro soprattutto per le imprese meno internazionalizzate e che scontano la debolezza della domanda interna”.

 

















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