Come gruppo consiliare siamo a chiedere all’Anci e al Governo di rivedere la scelte deliberate in materia della nuova imposta sulla casa. Il possibile e ventilato aumento dell’aliquota prevista per la Tasi porterebbe infatti ad un ulteriore impoverimento delle famiglie e delle imprese già fortemente in crisi.
Il governo, che dichiara di non voler aumentare le tasse, costringe in realtà i Comuni nel farlo a nome suo. I comuni non possono continuare a svolgere il compito di esattori per conto dello Stato, sottoposti da un lato ai continui tagli decisi dal governo centrale contro le amministrazioni locali e dall’altro costretti quindi a vessare i propri cittadini per poter chiudere i loro bilanci.
Non e’ certo questo il modo per far ripartire l’economia e risollevare il paese da una crisi che ancora oggi si fa sentire, non saranno certo 4 euro di aumento in busta paga o sulle pensioni a rilanciare i consumi, soprattutto nei momenti in cui la TARES, l’aumento dell’Iva e la Tasi in arrivo supereranno di molto il minimo aumento concesso alle famiglie in busta paga.
La sola Tasi comporterà in media per le famiglie italiane un esborso annuo che- senza considerare le detrazioni- potrebbe variare dai 247 euro dell’aliquota al 2,5 per mille ai 326 euro in media con aliquota del 3,3 per mille, senza contare che giovedì prossimo milioni di famiglie sono chiamate a pagare anche la mini-Imu, fortunatamente esclusa nel nostro comune grazie al’impegno di questo gruppo consiliare che si è battuto affinché aliquote per la prima casa non fossero ritoccate.
I Comuni sono il primo gradino istituzionale con il quale i cittadini si interfacciano tutti giorni, messi sempre più a dura prova da una quotidianità che presenta impegni, scadenze e conti da pagare.Questi continui aumenti aggravano ulteriormente la situazione economica del Paese, si riflettono sul potere di acquisto delle famiglie e quindi sull’andamento dei consumi.
La crisi economica ha provocato infatti una profonda spending review, a carico però soprattutto dei bilanci familiari, tant’e’ che il 68% delle famiglie ha ridotto le spese, per non parlare di come la crisi abbia influito sulla salute delle persone, riducendo la possibilità per molti di ricorrere a cure mediche dentistiche fino a sfociare in un aumento del 12% dei suicidi nelle persone di 25-64 anni.
Servirebbero quindi politiche di sostegno ai cittadini in difficolta’ e alle aziende, risolvendo l’incongruenza degli istituti di credito foraggiati dallo Stato e dai prestiti a tassi irrisori da parte della Banca Centrale Europea che continuano a negare i finanziamenti alle imprese.
Ai cittadini costretti a chiedere aiuto al proprio Comune, spinti dal bisogno, sempre piu’ spesso viene detto che non ci sono soldi. Questa situazione mette le amministrazioni comunali nell’impossibilità di svolgere adeguatamente i loro compiti, mentre milioni di euro vengono buttati dalla finestra in scelte sbagliate o fallimentari come l’acquisto degli F35.
Anche nella nostra Regione, oggetti in questi giorni di disastri ambientali annunciati, si continuano viceversa ad investire risorse enormi in ulteriori autostrade di dubbia utilità (basti pensare alla Modena Sassuolo) mentre alle politiche di difesa e manutenzione del territorio vengono destinate solo le briciole, con gli effetti disastrosi evidenziati dal recente alluvione che ha colpito la bassa modenese.
Riteniamo inaccettabile che il Governo continui a scaricare le sue responsabilità lasciando il cerino in mano ai Comuni, incaricati sempre più di riscuotere per conto dello Stato imposte che non restano però agli enti comunali ne determinano investimenti sul territorio.
Per questo ci uniamo al coro di tutti coloro che, anche in altri Comuni, intendono opporsi all’aumento delle aliquote Tasi. I Comuni debbono poter continuare a fornire i servizi che spettano di diritto ai cittadini, impegnandosi nella cura e difesa del proprio territorio, senza essere costretti all’ingrato ruolo di strozzini per conto dello Stato.