Accelera la contrazione delle vendite a prezzi correnti, dal 4,8 al 5,7 per cento nel terzo trimestre del 2013 rispetto all’analogo periodo del 2012 per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna. E’ quanto emerge dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio, Unioncamere Emilia-Romagna e Unioncamere.
Lo studio segnala che a livello nazionale la contrazione è stata del 5,6 per cento. La ripresa della domanda interna appare lontanissima.
Aumenta la quota sia delle imprese che giudicano le giacenze eccedenti, sia di quelle che le giudicano scarse. Il saldo è in leggera discesa (8,8 punti).
Le tipologie Le vendite del dettaglio specializzato vanno male: -8,3 per cento per gli specializzati in prodotti alimentari e -6,2 per cento quelle degli specializzati in prodotti non alimentari. La tendenza è negativa anche per le vendite di prodotti alimentari e non, degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini, ma è molto più contenuta, -0,9 per cento.
La dimensione delle imprese L’andamento delle vendite continua a mostrare una forte correlazione positiva con la dimensione aziendale, con una specie di effetto soglia. È stato molto negativo (-8,6 per cento) per la piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) e pesante (-5,6 per cento) per quella media (da 6 a 19 addetti), mentre per le imprese di maggiore dimensione (da 20 addetti in poi), la flessione è stata contenuta, come nel trimestre precedente (-1,4 per cento).
Il registro delle imprese Le imprese attive nel commercio al dettaglio al 30 settembre 2013 erano 47.797. Rispetto ad un anno prima sono leggermente diminuite (-0,4 per cento, 210 unità). La tendenza è risultata analoga a quella nazionale (-0,3 per cento).
Crescono rapidamente le società di capitale, mentre a determinare la riduzione sono le società di persone e le ditte individuali, più duramente colpite anche dalla restrizione del credito.