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Osservatorio Findomestic Banca sull’andamento dei beni durevoli e i consumi degli emiliano romagnoli

Nel 2012, la spesa complessiva per l’acquisto di beni durevoli in Emilia Romagna si è attestata a 4.552 milioni € (-1,7% rispetto ai 4.629 milioni € del 2012): il dato evidenzia come la contrazione dei consumi sia stata di gran lunga meno incisiva di quella riscontrata a livello nazionale, dove la flessione media è stata pari a 4,9 punti. Questi sono i principali risultati della ventesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Emilia Romagna, presentato oggi a Bologna presso il Grand Hotel Majestic.

I settori di spesa

• Auto e moto – Luci e ombre per il comparto mobilità. La spesa per le auto usate è cresciuta rispetto al 2012, attestandosi a 1.246 milioni € complessivi (+3,8%); quella per le autovetture nuove ha perso invece 4 punti percentuali (1.312 milioni €), riportando comunque un andamento migliore di quello medio nazionale (-6,7%). Pesante l’arretramento della spesa per moto e scooter, che si è fermata a quota 100 milioni, in calo del 16,5% sul 2012 (ma a livello nazionale il trend è stato ancora peggiore, con un -24% medio).

• Mobili – L’arredamento è, dopo la mobilità, il comparto che ha inciso di più sui bilanci delle famiglie emiliane e romagnole, con un volume di spesa pari a 1.180 milioni €. Si tratta di una cifra inferiore del 4,3% rispetto al 2012 (-5,7% la performance media nazionale).

• Elettrodomestici – la spesa per gli elettrodomestici grandi e piccoli è stata pari a 327 milioni €, in aumento del 4,1% sul 2012. In calo del 10,9%, invece, la spesa per i prodotti di elettronica di consumo, attestatasi a 187 milioni €.

• Prodotti Informatici – I consumi di beni compresi nella categoria information technology registrano una crescita dell’8% rispetto al 2012, attestandosi a 199 milioni €. Un risultato migliore della media nazionale (+4%).

 

Complessivamente in Emilia Romagna il reddito medio pro capite per abitante nel 2013 è calato dello 0,2%, rispetto al 2012, attestandosi a 21.763 €. Un dato che fa dell’Emilia Romagna la seconda regione italiana per reddito disponibile, dietro alla Valle d’Aosta (22.371 €).

 

Le province

Nel 2013 Bologna si conferma la provincia più ricca della Regione con 25.039 € per abitante, seconda – a livello nazionale – solo a Milano. Seguono Forlì-Cesena (22.658 €), Modena (21.991 €) e Parma (21.858 €). Reggio Emilia, con 20.706 € è quinta mentre Piacenza, con 20.698 €, si classifica sesta. Chiudono Ravenna (20.097 €), Rimini (18.930 €) e Ferrara, che si conferma la provincia con il reddito pro capite più basso (17.875 €).

Per quanto riguarda il comparto delle auto nuove, come negli scorsi anni, Bologna fa riscontrare il volume di spesa maggiore, con 326 milioni €, in crescita dell’1,2% sull’anno precedente. E’ l’unico caso di variazione positiva. Tutte le altre province, infatti, riportano dei segni negativi. La flessione più lieve è quella di Modena (219 milioni, -0,1%). Seguono, sempre in termini di incisività della flessione, Parma (139 milioni, -2,7%), Ferrara (109 milioni, -3,6%) e Piacenza (81 milioni, -4,6%). La flessione più marcata è quella di Ravenna: -10,7, con vendite che nel 2013 si sono attestate a 111 milioni. Sul fronte delle auto usate, il quadro presenta invece variazioni positive per tutte le province, eccetto che per Parma (-0,1%, per un totale di 129 milioni spesi). Come sempre Bologna guida la classifica con 299 milioni di vendite totali (+5,0%). Ma Forlì – Cesena e Modena fanno meglio in termini di performance: la prima, infatti, fa segnare +5,4% (per un totale di 110 milioni); la seconda, +5,3% (219 milioni). Per i motoveicoli, Bologna ha fatto registrare vendite per 30 dei 100 milioni € complessivi regionali, riportando la flessione meno significativa tra le diverse province (-7,1%). Al lato opposto, per volumi di vendita rispetto all’anno precedente, troviamo Ferrara con 6 milioni € (-22,6%).

Per l’acquisto di mobili le famiglie emiliane e romagnole nel 2013 hanno speso complessivamente 1.180 milioni €. I volumi maggiori di spesa sono stati registrati a Bologna (274 milioni €). Seguono Modena (187 milioni), Reggio Emilia (135 milioni) e Parma (118 milioni). Ravenna, coi suoi 109 milioni €, si posiziona davanti alle ultime quattro provincie: Forlì-Cesena (101 milioni), Ferrara (93 milioni), Rimini (84 milioni) e Piacenza (79 milioni).

I circa 327 milioni € impiegati per l’acquisto di elettrodomestici grandi e piccoli in Emilia Romagna sono stati così suddivisi: 76 milioni spesi in provincia di Bologna, 53 milioni a Modena, e 39 milioni a Reggio Emilia. Seguono Parma, Forlì – Cesena e Ravenna, per consumi complessivi rispettivamente di 33 per la prima e 28 milioni sia per la seconda che per la terza. A Ferrara la spesa è stata di 27 milioni. Chiudono, Rimini e Piacenza, con 23 e 21 milioni rispettivamente.

Per quanto riguarda l’acquisto di elettronica di consumo é sempre Bologna a mantenere la testa della classifica con 46 milioni €, seguita da Modena (30 milioni), Reggio Emilia (22 milioni) e Parma (19 milioni).

Ravenna si classifica al quinto posto, con 15 milioni € a pari merito con Forlì-Cesena e Ferrara che hanno registrato volumi di spesa pari a 15 milioni. Chiudono Piacenza e Rimini, con consumi complessivi rispettivamente di 12 e 12 milioni €.

Il settore dell’informatica è quello che ha fatto registrare aumenti di spesa in tutte le province. L’incremento maggiore è stato riportato da Bologna (+9,4%, per un totale di 47 milioni €). A Modena l’aumento delle spese in questo settore è stato di 8,9 punti percentuali (per un totale di 32 milioni spesi), Parma ha fatto segnare un +8,6% (20 milioni), e Reggio Emilia un +8,1% (24 milioni €).

 

Alcune tendenze che si riscontrano anche in Emilia Romagna

In Emilia Romagna il refrein “Se potessi avere 1000 lire al mese” è diventato oggi “1.350 € al mese”. Infatti, sotto il profilo strettamente economico, anche gli abitanti di questa Regione giudicano dignitoso un reddito di almeno 1.359 € al mese per i single; di 1.876 € per la coppia senza figli; di 1.995 € per la coppia con figli. Sotto queste cifre (che rappresentano dei valori medi indicati) si è costretti ad operare rinunce che incidono fortemente sullo stile e sulla qualità della vita.

L’83% degli intervistati ha cambiato il proprio stile di vita riducendo le spese per viaggi, vacanze, ristoranti, pizzerie, abbigliamento calzature, generi alimentari, divertimento, svaghi e tempo libero.

All’interno di questo rimescolamento si sta affermando una categoria di pensiero costituita dai “visionari attivi”, con una concezione del futuro che non può non prescindere dalle azioni che si intraprendono subito sul fronte dei consumi e della produzione: entrambi devono essere sostenibili, grazie alla rinuncia al superfluo, al consumo compulsivo, alle produzioni impattanti; meglio quindi consumare o produrre qualche cosa in meno, ma che abbia un impatto ecosostenibile. Un tassello importante di questa visione è il principio che per risolvere i problemi occorra agire in proprio.

Cosa possiamo fare oggi per influenzare positivamente il nostro futuro? Secondo la maggioranza degli abitanti della Regione occorre che ci sia più equità, intesa come ripartizione della ricchezza, tutela dei più deboli e delle aziende in difficoltà. Segue una maggiore istruzione interpretata anche come più ricerca e sviluppo. In questo contesto l’innovazione, secondo la maggioranza, dovrà diventare un’importante risorsa collettiva.

 

 

 

















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