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Teatro dei Venti presenta “InCertiCorpi”: prima nazionale al Teatro dei Segni di Modena

foto_Chiara_Ferrin“Un’intrigante pregnanza del linguaggio, capace di restituire in una rigorosa scansione ritmica condotta tra danza e recitazione il senso profondo dello scorrere del tempo”: così recita la motivazione del Premio ‘Presente Futuro’ 2013 vinto a Palermo dallo spettacolo “InCertiCorpi” del Teatro dei Venti che sarà presentato al Teatro dei Segni di Modena, sede della Compagnia, sabato 11 e domenica 12 gennaio (ore 21.00).

Un premio per uno spettacolo che diviene performance e mette in scena senza trucchi la verità di un corpo in lotta contro il tempo e contro il limite.

Il lavoro nasce da una riflessione articolata sul corpo della donna attraverso il lavoro fisico dell’attrice Francesca Figini, a partire dagli appunti e dalle suggestioni del testo “Pittura su legno” di Ingmar Bergman, un ‘solo d’attrice’ che parla di femminile, femminilità e della corsa verso il limite, oltre il limite. Drammaturgia Giulio Costa e Stefano Tè, regia Stefano Tè.

In un tempo indifferente, tutto è destinato alla trasformazione, alla deformazione, all’invecchiamento. Prima della fine, ogni essere umano, volente o nolente, dovrà fare i conti con il passare del tempo. C’è chi lo accetta e chi invece cerca di tenersi in vita ritoccando il regredire o il progredire, a seconda dei punti di vista. Qualsiasi espressione si decida di farsi stampare in faccia è concessa, ma la fine è d’obbligo. C’è trucco ma non inganno. Col passare del tempo tutto cambia colore e natura.

In scena una donna, il suo tempo che avanza, la sua lotta per fermarlo. La donna non ha un nome. Potrebbe essere una qualsiasi entità: una moglie, una madre, un amore, una mignotta. Nascere, amare, scopare, mangiare, defecare, morire.

La drammaturgia si sviluppa attraverso la sovrapposizione di due linee temporali: da un lato il tortuoso e accidentato susseguirsi quotidiano di conquiste e di sconfitte, dall’altro il rettilineo e inesorabile declino verso la vecchiaia, cui si oppone con tutte le forze. Il punto di contatto fra le due traiettorie è la fine, dove non ci sono risposte né certezze, se non il gusto e il privilegio di girare gli occhi intorno e di muovere le dita. Ritorno allo stadio embrionale (o riscoperta dell’innocenza): l’unica cosa che vale la pena conservare per l’avvenire. Oppure, al contrario, semplicemente un ricordo. Da congelare. E lasciare nel passato.

Info: Teatro dei Segni, Via S.G.Bosco 150, 41121 Modena – Tel. 059.7114312

Biglietti: 7,00 Euro, acquistabile direttamente al Teatro dei Segni nei giorni di spettacolo dalle ore 19.00.

 

















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