Dopo la fiducia odierna, la Camera voterà domani la legge di stabilità. Il deputato modenese del Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro a Montecitorio, tira le somme sui provvedimenti che riguardano lavoro e pensioni, usciti migliorati grazie agli emendamenti presentati dal Partito democratico.
«La legge di stabilità e quella di bilancio che la Camera si accinge ad approvare, dopo il voto di fiducia di oggi, escono sicuramente rafforzate e migliorate grazie agli emendamenti del Pd. Gli interventi su lavoro, pensioni, povertà e non autosufficienza hanno reso la manovra più equa, quelli a sostegno delle imprese e degli investimenti più efficace per sostenere la ripresa economica che si profila per il 2014. Per la prima volta dopo molti anni il segno è positivo: meno imposte senza sacrificare la spesa sociale e più investimenti. Il lavoro non si crea naturalmente per legge, ma il taglio del cuneo fiscale per imprese e lavoratori, insieme agli incentivi per le assunzioni dei giovani, vanno sen’altro nella direzione giusta. Così come il sostegno agli investimenti privati e l’accesso al credito (per le PMI in particolare), con la garanzia della Cassa depositi e prestiti, possono sostenere la ripresa. Il piano di investimenti pubblici – contro il dissesto idrogeologico e per la bonifica dei siti inquinati – unitamente al miliardo di euro dei Comuni sbloccato dal patto di stabilità, possono e debbono tradursi in opere immediatamente cantierabili che diano nuovo lavoro rendendo più sicuro il territorio. Vanno in questa direzione anche gli incentivi alle ristrutturazioni edilizie e all’efficientamento energetico, confermati anche per il 2014. Infine, per noi modenesi, le risposte importanti venute per la nostra ricostruzione post-terremoto, anzitutto per le imprese e per le opere dei Comuni. La riduzione del cuneo fiscale inizia nel 2014 e crescerà negli anni successivi grazie alla specifica destinazione che la Camera ha dato a tutte le risorse derivanti dalla spending review e dal recupero dell’evasione fiscale. Ne trarranno beneficio sia le imprese (per i minori costi), sia i lavoratori, che vedranno progressivamente crescere le loro buste paga. Per il 2014 abbiamo scelto di privilegiare i redditi da lavoro più bassi, fino ai 28.000 euro lordi annui: l’aumento delle detrazioni porterà in busta paga fino a 228 euro netti in più per chi oggi guadagna 15.000 euro. Anche sulle pensioni la stretta si allenta: se fino a quest’anno l’indicizzazione era limitata a quelle più basse (1.500 euro), dal 2014 anche quelle fino a 2.000 euro saranno rivalutate al 95%, e con aliquote decrescenti anche quelle superiori (prima ferme). Ma in materia pensionistica il passo avanti più significativo riguarda gli esodati: saranno oltre 23.000 in più quelli che nel 2014 troveranno finalmente soluzione. Insieme ai colleghi della Commissione lavoro ho messo a punto questi e altri emendamenti più puntuali che qualificano la manovra, rendendola più giusta per tanti lavoratori e pensionati. Ho anche sottoscritto quegli emendamenti che, pur modesti nella portata economica, hanno dato un maggior senso di giustizia allo sforzo che il Paese sta facendo. Se ne parla troppo poco: penso in particolare al contributo di solidarietà richiesto alle pensioni più alte (quelle superiori a 70.000 euro lordi all’anno), al tetto fissato alla somma di emolumenti e pensioni per chi ricopre incarichi pubblici (non potranno superare lo stipendio dei giudici più alti), o la fine di quell’istituto di “trascinamento” per cui, anche dopo aver cessato un determinato incarico maggiormente retribuito, gli alti funzionari continuavano a percepire quegli stipendi quando rientravano nei propri ranghi. Misure non risolutive, ripeto, ma che possono dare il senso che in un tempo di sacrifico i primi a dover cambiare sono quelli che stanno meglio, rinunciando a privilegi obsoleti».