“La Firem chiude fuori dalleregole e il governo chiude un occhio”. Lo dichiara Michele Dell’Orco, deputato emiliano m5s che in pieno agosto scorso insieme agli operai aveva presidiato la fabbrica metalmeccanica del modenese per evitare che la proprietà, tra l’altro senza adeguato preavviso a norma di legge, la smantellasse e trasferisse la produzione in Polonia prima del ritorno dei lavoratori dalle ferie”. “In quell’occasione – afferma il deputato- avevo depositato un’interrogazione al ministro dello sviluppo economico, sottoscritta anche dal Pd Richetti, per chiedere al governo un deciso intervento. Il risultato è che, pur avendo sollecitato anche il ministro Franceschini in aula che ci aveva assicurato che se ne sarebbe occupato in prima persona, oggi attendiamo ancora una risposta mentre i vertici della Firem, dopo mesi di estenuanti trattative con le organizzazioni sindacali, il Comune e la Provincia, decidono comunque di chiudere i battenti e chiedono un concordato preventivo. In pratica i signori Pedroni, dopo non aver rispettato nessuna norma legale e morale nei confronti dei lavoratori, con un concordato finalizzato alla chiusura ne usciranno illesi, potendo proseguire l’attività con la delocalizzata e mantenendo al contempo la parte commerciale italiana, cosa che non potrebbero fare in caso di fallimento”.
“Torniamo pertanto a chiedere con forza delle risposte al Governo. Vorremmo sapere al più presto se risulta che per la Firem sia stata rispettata la procedura di trasferimento prevista dalla legge n. 428 del 1990 (in merito al mancato preavviso ai lavoratori) e quali provvedimenti di competenza intenda prendere in caso contrario. Il Governo –afferma il Cittadino a 5 stelle- si preoccupa di attirare capitali dall’Estero e non si accorge che sono gli stessi imprenditori italiani che stanno scappando”.
“Noi abbiamo tentato di porre unargine al fenomeno della delocalizzazione con un emendamento M5S approvato alla legge di stabilità che prevede –dichiara il pentastellato- che le imprese che beneficiano di contributi statali non possano spostare la produzione per almeno tre anni, perché non è possibile ottenere contributi pubblici e poi portare i capitali all’Estero lasciando a carico del welfare i disoccupati. Il Governo invece cosa ha fatto in questi mesi? Chiediamo interventi urgenti anche per chi non ha rispetto dei lavoratori e per attaccare alle radici un fenomeno che in questo anni ha toccato oltre 27.000 aziende e ha cambiato la vita di oltre 1 milione e mezzo di lavoratori e delle loro famiglie. Il Governo –conclude Dell’Orco- deve risponderci e dirci cosa sta facendo perchè la Firem e le tantissime altre realtà aziendali italiane simili non passino allo straniero”.