“Il “semaforo” per le etichette agroalimentari deciso dalla Gran Bretagna rischia di dare un colpo pesante al ‘Made in Italy’ agroalimentare. Una misura dannosa per le eccellenze del “Made in Modena” che può vantare prodotti come il Parmigiano, prosciutti, zamponi, cotechini e gli altri salumi tipici prodotti della provincia di Modena. Con la scelta inglese la luce rossa di questo semaforo si accenderebbe per circa un terzo dei prodotti esportati oltre Manica danneggiando un paniere che nello scorso anno ha generato ricavi per quasi 650 milioni di euro. In questo modo si mette ingiustamente a rischio circa 2,5 miliardi di export di prodotti ‘Made in Italy’. Dobbiamo tutelare i nostri prodotti di eccellenza”.
Per questo motivo Andrea Leoni, Consigliere regionale dell’Emilia Romagna, ha preso carta e penna e ha rivolto un’interrogazione al Presidente della Regione Vasco Errani per chiedere un intervento presso il Governo nazionale affinché si mettano in moto tutte le iniziative del caso nei confronti del Governo inglese per tutelare i nostri prodotti.
“Il cosiddetto ‘semaforo in etichetta’ è il nuovo sistema di etichettatura nutrizionale adottato dal Regno Unito, con i bollini rosso, giallo o verde ad indicare il contenuto di nutrienti critici per la salute. Una decisione voluta per far diminuire il consumo di grassi, sali e zuccheri ma che non si basa sulle quantità effettivamente consumate ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, finendo così, a titolo di esempio, per escludere paradossalmente dalla dieta l’olio extravergine d’oliva promuovendo invece le bevande gassate senza zucchero, fuorviando in questo modo i consumatori.
Insomma, un’iniziativa non solo ingannevole, perché si offre un’informazione parziale ed erronea, ma che mina gravemente il nostro export in Gran Bretagna. Con la misura inglese – continua Leoni – non si parlerebbe più di stili di vita salutari, di alimentazione di qualità ma semplicemente di alimentazione a basso valore nutritivo. Visto poi che la dieta mediterranea è stata eletta dall’Unesco patrimonio dell’umanità appare ancora più opinabile la scelta inglese.
Oltre all’intervento presso il Governo chiedo anche – conclude Leoni – quali iniziative l’Esecutivo regionale, per quanto di competenza, intenda fare, di concerto con le associazioni di categoria del ‘Made in Italy’ dell’Emilia Romagna, della filiera agroalimentare, che è e rimane un punto di eccellenza nella produzione di alimenti di qualità insuperabile in tutto il mondo che deve trovare da parte delle Istituzioni un’opera di tutela”.